Il Dipartimento di Giustizia statunitense chiede un risarcimento da almeno 100 milioni di dollari al proprietario ed al gestore della nave cargo che alcuni mesi fa causò il collasso del ponte di Baltimora, provocando la morte di sei persone.
Secondo la causa, infatti, il manager dell’imbarcazione avrebbe ignorato, o comunque sottovalutato, i problemi a bordo. Il Dipartimento di Giustizia, in particolare, sostiene che i sistemi meccanici ed elettrici dell’enorme nave “Dali” sono stati “truccati” e sottoposti a manutenzione impropria, culminando in un’interruzione di corrente pochi istanti prima che si schiantasse contro una colonna di sostegno del Francis Scott Key Bridge, lo scorso marzo.
“Questa tragedia era del tutto evitabile”, si legge nella causa contro il proprietario della Dali, la Grace Ocean Private Ltd., e il gestore Synergy Marine Group, entrambi di Singapore, “se non fosse stato per la decisione delle società di mettere un ‘equipaggio mal preparato su una nave assolutamente non idonea. Lo hanno fatto per trarre il vantaggio di condurre affari nei porti americani. Eppure hanno tagliato i ponti mettendo a rischio vite e infrastrutture”, si legge nella denuncia.
Darrell Wilson, portavoce della Grace Ocean, ha dichiarato che il proprietario e il gestore non hanno commenti da rilasciare sulla fondatezza della richiesta di risarcimento, ma ha aggiunto: “Non vediamo l’ora di andare in tribunale per chiarire le cose”.
Lo scorso marzo, la nave cargo stava lasciando gli USA per salpare verso lo Sri Lanka, quando il timone è venuto meno a causa della perdita di potenza. Sei operai, che stavano riempiendo delle buche durante un turno di notte sul ponte, sono morti in seguito al collasso dell’imponente struttura. Il crollo ha bloccato il traffico commerciale attraverso il porto di Baltimora per mesi, prima che il canale venisse completamente aperto a giugno.
Sulla vicenda, è intervenuto anche il Procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, che ha affermato: “Con questa richiesta di risarcimento civile, il Dipartimento di Giustizia sta lavorando per garantire che i costi per riaprire il porto di Baltimora siano sostenuti dalle compagnie che hanno causato l’incidente, e non dai contribuenti americani”.
Mercoledì, anche la Brawner Builders, ditta per la quale lavoravano gli operai morti, ha presentato una richiesta di risarcimento, affermando di aver perso “sei amati dipendenti”. La denuncia del Dipartimento di Giustizia, invece, indica “vibrazioni eccessive” sulla nave, che gli avvocati definiscono “una causa ben nota di guasti ai trasformatori e all’impianto elettrico”. Invece di affrontare la fonte delle vibrazioni eccessive, i membri dell’equipaggio hanno “truccato” la nave, secondo la denuncia.
E’ stata inoltre rilevata la presenza di apparecchiature incrinate nella sala macchine e di pezzi di carico allentati. Gli ispettori hanno trovato anche dadi e bulloni allentati e fascette elettriche rotte. A bordo c’era già stato un primo blackout, quando la Dali era al porto di Baltimora. L’equipaggio si era quindi affidato ad un secondo sistema di trasformatori ed interruttori che era presente sulla nave. All’interno di quest’ultimo, però, vi era un cavo malfunzionante.
“In sintesi, questo incidente è avvenuto a causa delle decisioni imprudenti e gravemente negligenti prese dalla Grace Ocean e dalla Synergy”, ha dichiarato il vice procuratore Chetan A. Patil, “hanno scelto sconsideratamente di inviare una nave non idonea a navigare lungo un corso d’acqua critico, ignorando i rischi”.