Il second gentleman d’America è tornato a casa. Con un evento di raccolta fondi, esclusivo e costoso, Doug Emhoff, il marito di Kamala Harris, insieme alla figlia Ella hanno partecipato a “A Brooklyn Bash for the Harris Victory Fund”, organizzato dalla campagna al Brooklyn Bowl a Williamsburg, nel distretto di Brooklyn, dove la sua famiglia si è insediata alla fine dell’Ottocento, proprio in contemporanea con il comizio di Donald Trump a Uniondale, nella contea di Nassau a Long Island.
Praticamente assente la stampa e altrettanto pochi sono i segni distintivi a sostegno di Emhoff, di Harris o del partito democratico più in generale. Lontani sono le spille, i cappelli, gli striscioni, i colori della bandiera. L’attire e l’atmosfera all’entrata è ordinata, raffinata, al limite dello spocchioso. Le persone che partecipano sono tutte eleganti. Fanno la fila in silenzio, non sono disponibili a fare commenti e arrivano davanti ai PR-mastini che con altrettanta spocchia li fanno passare solo presentandosi con nome e documento alla mano.
L’unica disposta a lasciare un commento è Sara, volontaria dello Stato di New York, mentre con una mano fuma una sigaretta di fretta e con l’altra tiene uno dei soliti cartelloni prodotti dalla campagna. “Mi dispiace non poterti aiutare e capisco perché le persone sono riservate: è un evento di fundraising e i biglietti erano davvero costosi. Sono qui solo perché avevo uno sconto e li ho comprati due giorni fa dopo aver tentennato”.
I biglietti – tutti sold out al momento dell’inizio dell’evento – andavano da un minimo di $100, per i “guest”, a un massimo di $25.000, per i “co-host”. Prezzo “scontato” per le famiglie: $5.000 per 4 persone.
Non ci sono fan, solo donatori. La location era segreta: solo pagando – o investigando a fondo – era possibile sapere luogo, orario e scaletta dell’evento. Dall’annuncio, si deduceva che ci sarebbero stati padre e figlia Emhoff, Spike Lee come ospite speciale e DJ set di Nancy Whang. Per il resto, quello che succede al Brooklyn Bowl rimane al Brooklyn Bowl: vietati video e foto all’interno. Solo Ed O’Keefe, giornalista politico di CBS News, ha documentato in un post su X i commenti che Emhoff avrebbe fatto al pubblico. Ha scritto: “Emhoff suggerisce che, se la raccolta dei fondi continuerà ad aumentare, la campagna potrebbe essere in grado di espandere la mappa [degli indecisi] a un ottavo Stato in cui si combatte [per il voto]: la Florida“. “Come possiamo fare? – avrebbe detto il second gentleman. – Uno: dobbiamo continuare a raccogliere fondi perché più soldi raccogliamo, più possiamo competere in sette, forse otto, e molti altri Stati, e competere duramente, competere sul campo, sul terreno con gli uffici e le centinaia di migliaia di volontari che stanno dando il loro tempo perché hanno a cuore questo Paese”.