“Ne sarei onorato”. Così Justin Timberlake ha accettato le condizioni della condanna del giudice di Sag Harbor Village, Carl Irace, per l’accusa di guida in stato di ebbrezza. Lo scorso agosto, all’udienza precedente, si era dichiarato non colpevole e avrebbe quindi rischiato un massimo di un anno di prigione e una multa di 2.500 dollari. Ma il cantante è tornato sui suoi passi. La sentenza è il risultato di un accordo fra la difesa e l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Suffolk.
Le condizioni della condanna prevedono 25 ore a settimana, per un anno, di servizi sociali – libera scelta sull’organizzazione no-profit dove svolgerle –, la pubblicazione di un annuncio sulla sicurezza pubblica e sulle regole da rispettare, il pagamento di una multa di 500 dollari e la sospensione della sua patente di guida per i prossimi 90 giorni nello Stato di New York.
Il cantante e attore ha ammesso la sua colpevolezza e ha commentato con i giornalisti all’uscita dal tribunale: “Cerco di mantenere degli standard molto alti per me stesso, ma questa volta non è andata così. Avrei potuto prendere una decisione diversa e ho avuto un po’ di tempo per rifletterci. Vorrei dire a tutti quelli che stanno guardando e ascoltando: anche se avete bevuto un solo bicchiere, non mettetevi al volante di un’auto. Ci sono tante alternative: chiamare un amico, prendere Uber o un taxi. È un errore che ho commesso io, ma spero che chiunque stia guardando e ascoltando in questo momento possa imparare da questo errore. Io so di averlo fatto”.
Le accuse risalgono a giugno, quando Timberlake era stato arrestato per guida in stato di ebbrezza a Sag Harbor nei pressi dell’American Hotel poco dopo la mezzanotte. Prima di fare il test, risultato poi alterato, il cantante si era rifiutato più volte.