Nel 1965, Bob Dylan salì sul palco del Newport Folk Festival con una chitarra elettrica in mano, segnando una svolta decisiva nella sua carriera. Il pubblico, abituato al Dylan del folk tradizionale, interpretò quel gesto come un tradimento. Tuttavia, l’artista dimostrò che il vero coraggio sta nel superare le aspettative. Con lo stesso spirito, James Mangold ha scelto di affrontare il suo film A Complete Unknown, la cui uscita negli Stati Uniti è fissata per il 25 dicembre 2024, mentre in Italia arriverà il 23 gennaio 2025.
Raccontare la vita di una figura iconica come Bob Dylan comporta il rischio di cadere in una narrazione troppo reverenziale o in una debole imitazione. Mangold, noto per opere come Logan e Le Mans ’66, ha dichiarato di aver evitato con attenzione entrambe queste insidie. Il suo Dylan, promette, non è un’icona immutabile, ma un uomo in continua evoluzione, sempre pronto a sfidare le convenzioni e a reinventarsi, proprio come ha fatto nella sua carriera.
A interpretare il leggendario cantautore sarà Timothée Chalamet, recentemente visto in Wonka. Mangold ha definito questa scelta “audace”, affermando: “Se Timmy è così coraggioso da mettersi in gioco, devo esserlo anch’io dietro la macchina da presa.” L’attore ha dedicato mesi a studiare la vita, i gesti e soprattutto la musica di Dylan, impegnandosi a eseguire personalmente le canzoni del film, senza ricorrere a doppiaggi o modifiche in post-produzione.
Le immagini del trailer hanno già diviso la critica. Alcuni hanno messo in discussione la capacità di Chalamet di rendere pienamente giustizia alla particolare voce di Dylan. Questo dibattito non può non ricordare il celebre episodio del Newport Folk Festival: anche in quell’occasione il cambiamento non fu compreso subito, ma alla fine si rivelò essere il fulcro dell’evoluzione artistica di Dylan.
Il film ripercorre la giovinezza del cantautore, dai suoi primi passi, quando lasciò casa con soli 12 dollari in tasca, fino al suo ruolo di icona del folk-rock.
Il confronto con I’m Not There di Todd Haynes, che nel 2007 frammentava Dylan in diverse figure interpretate da attori come Cate Blanchett e Heath Ledger, sarà inevitabile. Se Haynes ha preferito offrire una visione frammentaria e sfuggente, James Mangold ha chiarito che il suo film si concentra sull’uomo dietro il mito, rivelandone i conflitti interiori e le difficoltà affrontate in un’industria musicale che già allora tendeva a soffocare la creatività.