Ne avrete letto, ne avrete sentito: questo scorcio di estate italiana è stato allietato – o rattristato, o entrambi, dipende dai punti di vista – dalla pecoreccia vicenda che ha travolto il ministro della Cultura del governo Meloni, Gennaro Sangiuliano, e che sembra uscita da certe commedie erotiche degli anni Settanta: la liaison con la sedicente influencer Maria Rosaria Boccia, a cui il ministro aveva promesso un incarico e chissà cos’altro, e che invece di farsi stritolare però sta tirando fuori gli artigli.
La faccenda è culminata il 4 sera in un autodafé del ministro al TG1, telegiornale della prima rete Rai, dunque della tv pubblica, dove per ben 17 minuti il direttore Gian Marco Chiocci gli ha fatto domande dalle risposte già note, mentre Sangiuliano passava dall’autocommiserazione alle scuse a moglie e colleghi (con lacrime) all’autoassoluzione, perché “non un euro pubblico” è stato speso.
In estrema sintesi – e per quanto è dato ricostruire dai documenti e dall’intervista stessa del ministro: si terrà fra 2 settimane il G7 Cultura della presidenza italiana, che avrebbe dovuto essere a Pompei e forse sarà a Napoli, comunque in Campania, ma il programma definitivo non c’è, perché il ministro e i suoi funzionari sono stati impegnati a gestire l’affaire Boccia. Lei, poco più che quarantenne, qualche organizzazione di eventi locali, incontra in maggio lui, il ministro sposatissimo (con una giornalista del Tg2). Sangiuliano se la porta in giro per vari incontri, poi decide di darle un incarico da Consulente Grandi Eventi in vista del vertice.
A questo punto sono i funzionari del ministero, pare, a ribellarsi, il contratto viene stracciato, la storia si interrompe a inizio agosto, e la questione arriva alla moglie di Sangiuliano e alla premier Giorgia Meloni. Poi Boccia si ribella, ringrazia con un post il ministro per l’incarico, e il tutto diventa di pubblico dominio. La premier tiene a colloquio il ministro e poi va in prima serata TV (su una rete Mediaset) a salvare l’amico affermando che non c’è peculato, non ci sono soldi pubblici spesi e lei non si immischia di gossip.
Solo che nel frattempo una serie di smentite incaute del ministro vengono rintuzzate via social nell’ultima settimana da Boccia, che usa Instagram con sapienza e pubblica ricevute di viaggi, foto con il ministro in varie occasioni, video di incontri nel quadro della preparazione del G7, immagini dall’interno di Montecitorio girate con una telecamera dentro gli occhiali, email e anche l’audio di una telefonata con un funzionario che le conferma l’incarico (e cos’altro avrà registrato?)
Nel centrodestra si borbotta di complotti, mentre Boccia assicura che vuole solo tutelare la propria reputazione. A questo punto, tutta Italia è appesa al suo account IG da cui i giornalisti fanno a gara a tirar fuori succosi brandelli. L’opposizione chiede a gran voce le dimissioni del ministro perché potenzialmente ricattabile. In questo clima, mercoledì 4 Sangiuliano va in tv a confessarsi in prima serata davanti al Gran Sacerdote direttore del TG1. I viaggi pagati a Boccia? Di tasca propria, ed esibisce le ricevute della carta di credito. L’incarico? Voleva darglielo a titolo gratuito ma poi lo hanno fatto riflettere su un “possibile conflitto di interessi”. Le dimissioni? Le ha offerte a Meloni che le ha rifiutate. Ma che rapporto c’era con la signora? Un legame personale; e qui il ministro si commuove, si scusa con la moglie, “la cosa più importante della mia vita”, coi funzionari, ecc ecc.
Come pezzo di tv e giornalismo farà scuola, in negativo. Nessuno chiede al ministro quali titoli avrebbe avuto Boccia per un incarico sul G7, perché conferirlo a lei e non a qualcun altro, e se lui non avesse altro da fare che occuparsi di lei mentre preparava la vetrina del G7 per il patrimonio culturale di cui è responsabile, il più importante al mondo. Nessuno gli chiede neppure se non sia conflitto d’interessi obbligare i funzionari del ministero a occuparsi di questa miserevole storiella invece che del vertice internazionale.
Giovedì 5, lo scoop riesce alla Stampa che intervista Boccia in persona, per la prima volta. La giovane ribadisce tutto e rincara: “Ci sono alcune persone che ricattano il ministro per delle agevolazioni che hanno avuto”.
Se non le dimissioni, l’opposizione reclama adesso che Sangiuliano venga in Parlamento a riferire. Ma è difficile che il ministro sopravviva alla bufera, e si parla di una rinuncia nei prossimi giorni. Del resto, seriamente bisogna parlare delle intemperanze dell’ennesimo uomo che vuole coccolare la sua virilità, invece che di disoccupazione, morti sul lavoro, migranti annegati in mare, crisi degli alloggi, guerre sanguinose alle nostre porte?
Le gaffes del ministro – già giornalista e direttore del TG2, sempre a proposito dell’imparzialità Rai – sono numerose e celebri. Da quando alla serata conclusiva del prestigioso premio Strega, nel suo ruolo di giurato dichiarò serenamente che avrebbe “provato a leggere” prima o poi i romanzi finalisti della cinquina; a quando ha detto che Colombo voleva “circumnavigare le Indie sulla base delle teorie di Galileo Galilei”, che non era ancora nato; a quando ha annunciato che “quando uno pensa a Parigi pensa agli Champs Elysées, quando uno pensa a Londra pensa a Times Square”. C’è poi un aspetto diciamo etico: i propugnatori della Famiglia tradizionale (e questo riguarda anche la premier coi tradimenti del suo ex Giambruno, e sua sorella Arianna che da poco si è lasciata col compagno Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e titolare di numerose altre gaffes) a casa propria sono tutto tranne che ligi ai dettami cattolici ufficiali.
Ma a parte il lato satirico e l’impressione che l’Europa intera stia ridendo – con che faccia Sangiuliano si potrebbe presentare ai colleghi del G7? – il problema della premier è che in filigrana, la vicenda mostra anche la fragilità – l’incompetenza, la faciloneria – di alcuni rappresentanti del suo governo, ed è un pessimo viatico per l’autunno della premier. Che non per caso due giorni fa ha detto ai suoi di Fratelli d’Italia: “stiamo facendo la storia, gli errori non sono consentiti”. Se non riuscite ad aiutarmi, almeno non ostacolatemi.