“Dunque facciamo un po’ di chiarezza”. Inizia con queste parole l’intervista a Gianluca Giorgetti, che dal 2007 al febbraio 2020 è stato responsabile di bordo e refit di Perini Navi, il cantiere di Viareggio che ha costruito Bayesian, il superyacht naufragato lo scorso 19 agosto a Porticello in Sicilia. Poi fino al 2021 Giorgetti è stato Production Manager di The Italian Sea Group. “Sono state dette tante sciocchezze, soprattutto da persone che non conoscevano il veliero, che non sono mai salite a bordo”.
Quindi lei che la barca la conosce a fondo quale idea si è fatto sull’incidente?
“Come anticipato dai colleghi, questo genere di imbarcazioni con tutti gli accessi chiusi è praticamente inaffondabile. La navi Perini hanno affrontato uragani senza particolari danni e anche Bayesian non aveva mai subito incidenti, in tutti questi anni. L’unica ipotesi plausibile resta l’errore umano, anche se è difficile credere che un equipaggio tanto esperto abbia commesso sbagli così gravi”.
A quali errori si riferisce? Cosa può essere accaduto per portare un’imbarcazione del genere ad affondare tanto rapidamente?
“È possibile che sia rimasto aperto il portellone laterale, usato magari durante la festa che pare fosse stata organizzata a bordo quella sera, o il boccaporto a prua, utilizzato come accesso dai marinai. Spesso, in estate, non viene chiuso per facilitare il ricambio d’aria. Come potrebbero essere rimaste spalancate anche le porte di timoneria, ipotesi meno probabile, onde evitare di disperdere l’aria condizionata. Una cosa è certa: per l’inabissamento di una nave del genere è necessaria tanta, tantissima acqua”.
Giorgetti si sofferma a ricordare la prima volta che vide il veliero e racconta che fu un’emozione grande. ”Era il 2008 è stato il mio primo varo e, anche se in quell’occasione non ne curai l’allestimento, conosco a fondo la sua struttura. Due anni dopo, ho lavorato alla realizzazione di una nave gemella”.
”Il Bayesian è una barca a vela Sloop, cioè con un solo albero, in questo caso altissimo: misura 75 metri. Ha una stazza lorda di 473 tonnellate – spiega Giorgetti -, misura 56 metri e ha incorporato un garage di poppa per moto d’acqua e altri accessori. Il suo scafo è rivestito da una sovrastruttura in alluminio, con ponti in teak. Viene alimentata da due motori diesel Mtu a 8 cilindri da 965 CV. La sua navigazione a 12 nodi può raggiungere quella massima di 15”.
Quante scialuppe di salvataggio erano presenti a bordo? Perché non tutti i passeggeri sono riusciti a salvarsi secondo lei?
“All’interno vi sono almeno tre zattere gonfiabili e un tender, ma quest’ultimo, data l’emergenza, immagino non sia stato possibile ammainarlo, mentre gli altri avrebbero dovuto aprirsi automaticamente avendo ganci idrostatici, ovvero quando avviene una pressione in immersione. Le zattere sono dimensionate per tutte le persone consentite a bordo come da regolamento: 12 ospiti e 10 membri di equipaggio”.
Giorgetti tende, inoltre, a sottolineare che, in caso di maltempo accertato, devono essere sigillati tutti gli accessi e allertato l’equipaggio. Per le emergenze esiste a bordo un punto di raccolta dove vengono indossati i giubbotti di salvataggio e organizzato lo sbarco. “Con molta probabilità la situazione è stata sottovalutata. Spesso capita che per non destare scompiglio si rimandino operazioni fondamentali per la salvezza di vite umane”.
In base alla sua esperienza una volta recuperata Bayesian potrà tornare a navigare o i danni sono irreparabili?
“Se lo scafo non ha subito deformazioni, lo yatch potrà essere recuperato. Ma considerato il costo dello smantellamento degli arredi e ciò che ormai rappresenta, ovvero una tomba, non credo, e lo dico con amarezza, che lo rivedremo solcare mari”.
Giovanni Costantino, amministratore delegato di The Italian Sea Group, ha dichiarato che la società a causa dell’incidente ha già subito un crollo in Borsa. C’è la possibilità che ci siano danni di immagine?
“Questo naturalmente dipenderà dal risultato delle indagini. Se la responsabilità sarà imputata al comandante a causa di manovre sbagliate, non credo proprio. Attendiamo le valutazioni nonché il recupero del relitto”.
Alcuni mettono in dubbio la presenza della scatola nera. C’era sul Bayesian?
“Le scatole nere esistono e sono strumenti che trasmettono a una centrale tutti gli allarmi e lo storico delle manovre che sono state fatte. Non ho però la certezza che su Bayesian fosse stato installato. Quando è stata costruita era un optional”.
Ha mai incontrato o conosciuto i proprietari della nave?
“No, non ho mai incontrato l’attuale armatore”.