Un gruppo di delegati pro-Palestina “uncommitted”, che non hanno ancora espresso per chi voteranno, avevano chiesto che almeno uno dei rappresentati potesse intervenire sul palco dello United Center, secondo quanto sostengono. Ma gli organizzatori della Convention Democratica hanno rifiutato di inserirli nella scaletta.
Abbas Alawieh, portavoce dell’Uncommitted National Movement, ha organizzato un sit-in fuori dall’arena con altri tre delegati, dove ha spiegato ai giornalisti che erano “speranzosi perché la campagna di Kamala Harris hanno negoziato con noi”. “Vogliamo solo essere ascoltati”. E così per settimane hanno proposto diversi nomi al Comitato, ma non nessun nome è stato accolto. Il rifiuto da parte degli organizzatori è “inaccettabile”: “Non andremo da nessuna parte prima di novembre. Non vi libererete di noi”. Hanno raccolto circa 250 firme da parte di altri delegati per un cessate il fuoco a Gaza.
Alawieh viene dal Michigan, come la maggior parte dei delegati “uncommitted” presenti alla Convention. Sono circa una trentina, su un totale di 4.700 presenti a Chicago, e sono stati selezionati alle primarie dell’asinello nel corso di quest’anno. Come parte di una protesta interna al partito nei confronti dell’amministrazione Biden, che si era ricandidata per un secondo mandato, gli elettori pro-Palestina avevano esortato, e lo stanno facendo tuttora, a votare “uncommitted” alle primarie per i delegati e alle elezioni di novembre.
Se, da una parte, il sindacato United Autoworkers Union ha dichiarato che gli organizzatori “devono permettere a un palestinese-americano di intervenire sul palco, dall’altra c’è chi gira le spalle. Il senatore newyorkese Chuck Schumer ha ricordato che, quando i manifestanti hanno interrotto Harris durante un comizio in Michigan, la vicepresidente ha dichiarato che queste mosse potrebbero favori Trump.