Derek Chauvin, l’ex agente di polizia di Minneapolis condannato per l’omicidio di George Floyd, è stato trasferito in una prigione federale in Texas, quasi nove mesi dopo essere stato accoltellato nella casa circondariale nella quale era detenuto.
Chauvin, 47 anni, verrà ora “ospitato” presso il Federal Correctional Institution di Big Spring, un carcere di bassa sicurezza. In precedenza era detenuto in Arizona, presso l’FCI di Tucson, dove avrebbe dovuto scontare contemporaneamente una condanna federale di 21 anni per violazione dei diritti civili di Floyd e una condanna statale di 22 anni e mezzo per omicidio di secondo grado.
A novembre 2023, Chauvin è stato accoltellato 22 volte in prigione da John Tursack, un ex leader di una gang, un tempo informatore dell’FBI. Quest’ultimo, che sta scontando una condanna a 30 anni, ha affermato di aver preso di mira l’ex poliziotto per l’omicidio del quale si era macchiato.
Un altro ex agente di Minneapolis, Thomas Lane, che ha tenuto ferme le gambe di Floyd mentre l’uomo lottava per respirare, è stato rilasciato martedì dalla prigione federale in Colorado, secondo quanto dichiarato dal Bureau of Prisons. Lane, 41 anni, stava scontando una condanna a tre anni per favoreggiamento e omicidio colposo. Quando quest’ultimo si dichiarò colpevole, ammise di aver intenzionalmente aiutato il collega a trattenere il 47enne in un modo che sapeva avrebbe creato un rischio irragionevole e causato la sua morte. Ha inoltre affermato di aver sentito Floyd dire che non riusciva a respirare.

Il tragico episodio si verificò nel maggio del 2020: l’omicidio, ripreso da un video di un passante, ha scatenato proteste in tutto il Paese, nuovamente alle prese con problematiche di stampo razziale. Oltre a Chauvin, che con il suo ginocchio di fatti soffocò il 47enne, ed a Lane, dopo la vicenda vennero arrestati anche altri due agenti, J. Alexander Kueng e Tou Thao: entrambi dovrebbero essere rilasciati nel 2025.
Lane è il primo dei quattro agenti condannati per reati connessi all’uccisione di Floyd ad uscire dal carcere. Chauvin, invece, sta tentando di ribaltare la sua dichiarazione di colpevolezza federale, sostenendo che nuove prove dimostrano che non ha causato la morte di Floyd. Se non ci riuscisse, non verrebbe rilasciato prima del 2038.
A novembre, l’uomo è riuscito a salvarsi miracolosamente dalle coltellate subite. Da tempo, il suo vecchio avvocato aveva tentato di tenerlo lontano dai detenuti comuni della struttura di Tucson, temendo che l’ex poliziotto sarebbe potuto diventare un potenziale bersaglio.