Rinvio concesso al processo Trump per le interferenze elettorali. La giudice federale Tanya Chutkan ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore speciale Jack Smith, posticipando al 30 agosto una udienza preprocessuale e fissando il 5 settembre un colloquio in cui si stabiliranno i capi di imputazione e le date del procedimento.
Nelle settimane scorse, dopo che la Corte Suprema aveva stabilito che il presidente degli Stati Uniti gode di una certa immunità parziale quando svolge attività legate alla sua carica, la decisione era stata rimandata a un tribunale di grado inferiore, la Corte d’Appello federale, che a sua volta il 2 agosto ha rimbalzato a quello federale di primo grado la scelta su quali reati sono coperti o meno dall’immunità parziale.
Un caso paradossale in cui la giudice Chutkan, alla quale originariamente era stata affidata questa vicenda giudiziaria, dovrà ora stabilire se l’incitamento a prendere d’assalto il Congresso, fatto da Trump il 6 gennaio 2021, dopo che aveva perso le elezioni, nel tentativo di bloccare il pacifico trasferimento dei poteri, sia un atto ufficiale o meno da parte dell’allora presidente degli Stati Uniti.
Il 1° agosto 2023, il gran giurì aveva approvato l’incriminazione di Donald Trump, accusandolo di una cospirazione che ha minacciato di privare dei diritti civili milioni di americani. La giudice Chutkan aveva inizialmente programmato l’inizio del processo al 4 marzo 2024. Gli avvocati del tycoon hanno cercato di archiviare il caso per vari motivi, in particolare una nuova argomentazione secondo cui gli ex presidenti sono immuni da accuse penali legate alla loro condotta quando erano alla Casa Bianca. Questa richiesta di immunità ha ritardato il caso e ha costretto la giudice Chutkan ad annullare la data del processo.
Il 1 luglio 2024, la Corte Suprema si è ampiamente schierata con Trump sulla questione dell’immunità. Con un voto 6-3, l’Alta Corte ha dichiarato che i presidenti hanno l’immunità “assoluta” dalle accuse derivanti dai loro “poteri costituzionali fondamentali” e “immunità presuntiva” per tutti gli altri atti ufficiali. La corte ha stabilito che alcune delle accuse avanzate da Jack Smith devono essere archiviate – e ha riassegnato il caso al giudice Chutkan affinché stabilisca se le accuse debbano essere ulteriormente attenuate o addirittura respinte. Trump è stato accusato di quattro crimini nel caso delle elezioni federali. Due riguardano l’interruzione della certificazione del voto elettorale da parte del Congresso il 6 gennaio. Il primo riguarda uno schema per frodare gli Stati Uniti attraverso uno sforzo prolungato per impedire la raccolta, il conteggio e la certificazione dei voti nelle elezioni del 2020. E la quarta accusa è di cospirazione per privare i cittadini di un diritto garantito dalla legge federale – in particolare, il diritto di voto e di far contare il proprio voto.
Secondo molti analisti legali i tentativi di Trump per sovvertire le elezioni sono stati prolungati, studiati e ben documentati e ampiamente visibili al pubblico. L’ex presidente e i suoi alleati hanno diffuso bugie sui brogli elettorali e hanno alimentato le proteste che hanno portato all’attacco del 6 gennaio.
Molti dei più stretti collaboratori di Trump hanno testimoniato davanti al grand giurì, fornendo agli investigatori informazioni dirette su ciò che stava accadendo in privato nell’orbita dell’allora presidente. L’ex vicepresidente Mike Pence – che ha resistito alle pressioni del tycoon per cercare di annullare i risultati delle elezioni del 6 gennaio 2021 – è stato il testimone più notevole. Fra gli altri ci sono: l’ex capo dello staff di Trump, Mark Meadows; il suo avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone; il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Robert O’Brien; e il suo consigliere politico senior, Stephen Miller.
Trump è riuscito a far slittare il caso e ad allontanare qualsiasi prospettiva di un processo prima delle elezioni di novembre. Se dovesse essere eletto, molto probabilmente lo farà archiviare dal suo nuovo ministro della Giustizia.
Quando il team legale di Trump ha inizialmente elaborato la teoria dell’immunità presidenziale, molti studiosi di diritto l’hanno derisa come una mossa inverosimile che tuttavia ha trovato le simpatie della maggioranza dei giudici della Corte Suprema. Anche se non hanno concesso l’immunità totale, con una singolare decisione hanno elaborato questa parziale che, tra le altre cose, copre le conversazioni che l’ex presidente ha avuto con i funzionari del Dipartimento di Giustizia. Ciò significa che Smith non può più presentare prove su come Trump abbia tentato illegalmente di sfruttare il Dipartimento di Giustizia per promuovere le false accuse di frode elettorale e ribaltare le elezioni.
“È chiaro – ha scritto Trump in un post su Truth Social – che la storica decisione della Corte Suprema sull’immunità richiede il completo e totale licenziamento di TUTTE le cacce alle streghe: la bufala del 6 gennaio a Washington, il caso degli zombie del procuratore distrettuale di Manhattan, la truffa dell’Attorney General di New York, la false affermazioni di una donna che non ho mai incontrato e le accuse di una telefonata “legittima” in Georgia. Il Dipartimento di Giustizia democratico ha coordinato TUTTI questi attacchi politici, che sono una cospirazione di interferenze elettorali fatte dalla pazza Kamala Harris e dal politico corrotto Joe Biden”.