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August 8, 2024
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August 8, 2024
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Trump accetta di partecipare al dibattito con Harris il 10 settembre su ABC News

Il tycoon propone altri due appuntamenti, ma la campagna della candidata democratica non ha ancora confermato

Massimo JausbyMassimo Jaus
Harris vince in tutti i sondaggi. Trump risponde con insulti: “È una comunista”

Kamala Harris (sinistra) e Donald Trump (destra) - Foto di Terry W. Sanders

Time: 4 mins read

Con i sondaggi che lo vedono in declino e con gli stadi pieni di persone ai comizi di Kamala Haris, oggi l’ex presidente Donald Trump ha cambiato totalmente strategia proponendo tre dibattiti con la candidata democratica: il 4 settembre su Fox, il 10 settembre su ABC News e il 25 settembre su NBC. Per ora, solo il secondo è stato confermato.

L’ex presidente lo ha annunciato nel corso di una erratica conferenza stampa in cui mal celava la sua rabbia. Parlando dalla sua residenza a Mar-a-Lago, ha pronunciato ripetutamente male il nome di battesimo di Harris, dichiarandola una candidata “illegittima”, criticandone la sua intelligenza, definendola “una persona della sinistra radicale”.

Questo improvviso incontro con i giornalisti è stato il primo da quando la vicepresidente Harris è diventata la candidata democratica alla presidenza. Con un atteggiamento insolente Trump ha insistito sul fatto che poco è cambiato nella competizione, nonostante i sondaggi mostrino il crollo del vantaggio che aveva con Biden e i comizi affollatissimi del ticket dem.

Con la sua solita tecnica di demonizzare l’avversario e inoculare paure ai suoi elettori, Trump ha tracciato un fosco panorama economico (“Se non vincerò, arriverà la depressione”). Aggiungendo poi di essere stato “molto protettivo” nei confronti di Hillary Clinton e accusandola di essere stata il “male”, “instabile”, “pericolosa” e una “patologica” bugiarda – si è dimenticato il suo grido di battaglia, “lock her up”, che ha scaldato il cuore degli odiatori. Ha dichiarato che gli ebrei e i sostenitori di Israele che voteranno per la candidata democratica “dovrebbero sottoporsi a un esame cerebrale”. Ha concluso che la strage in Israele del 7 ottobre, in cui sono state uccise mille 180 persone, non sarebbe avvenuta se lui fosse stato presidente degli Stati Unti e che, in questo momento storico, “siamo sull’orlo di una terza guerra mondiale”.

“Non ho affatto ricalibrato la mia strategia”, ha rispoto stizzosamente Trump a un giornalista che gli aveva chiesto il motivo di questo suo ripensamento sui dibattiti. “Sono le stesse politiche: le frontiere aperte sono deboli contro la criminalità”.

Uno sproloquio di 75 minuti carico di menzogne e insulti nel tentativo di riconquistare un po’ di slancio politico. Dopo anni di copertura mediatica dominante, lo spettacolo politico ora è dominato dal ticket democratico. Un fatto che ha puerilmente irritato Trump che ha insistito che agli eventi di Harris la partecipazione “è molto più piccola di quella che prende parte ai suoi comizi”.

Punti totalmente irrilevanti disseminati da falsità e incongruenze. Ha accusato i democratici di aver violato la Costituzione sostituendo Biden. Ha detto che nessuno è stato ucciso durante il tentativo insurrezionale del 6 gennaio al Campidoglio, quando in realtà sono morte diverse persone, tra cui un suo sostenitore deceduto per colpi di arma da fuoco dalla polizia del Campidoglio.

“Trump è stato orribile”, ha detto alla CNN l’ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Anthony Scaramucci. “La sua paura ha sopraffatto il suo messaggio”.

Il commentatore politico Bradley Moss, intervistato da ABC News, ha dichiarato: “Chi ha pensato che fosse una buona idea che Trump facesse questa conferenza stampa dovrebbe cambiare mestiere”

Chris Hayes della MSNBC News ha commentato: “Questo è Trump e se il partito repubblicano fosse ancora un partito funzionante questo non sarebbe avvenuto”.

Secondo il Washington Post, Trump è sempre più frustrato e arrabbiato di fronte all’avanzata dei democratici e alla copertura mediatica riservata a Kamala Harris. Il giornale afferma che a Mar-a-Lago l’ex presidente si lamenta costantemente con i suoi amici e collaboratori.

Parlando a Wayne, in Michigan, in un incontro con la leadership del sindacato United Auto Workers (UAW) alla catena di assemblaggio della Ford, Harris ha detto che i democratici in queste elezioni sanno cosa difendere. “Sono le persone. Sosteniamo la libertà, la dignità, la giustizia e l’uguaglianza”. Tim Walz, il suo compagno di corsa, ha aggiunto: “Non potrei essere più orgoglioso di essere in questo ticket presidenziale e di essere al fianco del sindacato delle auto”.

.@UAW union strong 💪 pic.twitter.com/fPGQ1GGod6

— Tim Walz (@Tim_Walz) August 8, 2024

Il comizio è stato aperto dal presidente dell’UAW, Shawn Fain, che ha ribadito il sostegno al ticket democratico: “Kamala Harris è una di noi, il governatore Walz è uno di noi. Hanno radici nella classe operaia, conoscono le difficoltà di arrivare a fine mese”. Poi ha accusato Donald Trump di essere “un truffatore” che pensa che “gli operai siano degli stupidi, ma non lo siamo, non caschiamo nella sua realtà alternativa che noi definiamo bugie”. Anche Walz ha accusato Trump di usare una falsa retorica in favore della classe operaia: “Lui non combatte per voi. Non vi conosce, non gli importa nulla della vostra famiglia e il suo vice è pericoloso e retrogrado quanto lui”.

Molti repubblicani ora escono allo scoperto e si defilano dal partito preso prigioniero da Trump. Denver Riggleman è solo l’ultimo dei membri del partito repubblicano che è sceso in campo a favore della vicepresidente Harris. Anche lui, come altri colleghi, attuali ed ex, del Congresso, si è unito al gruppo “Repubblicani per Harris”, avvertendo che rimandare l’ex presidente alla Casa Bianca “metterebbe in pericolo i cittadini statunitensi e creerebbe un caos globale”. Sono oltre 25 le approvazioni di repubblicani di alto profilo, tra cui l’ex segretario alla Difesa Chuck Hagel, l’ex segretario ai trasporti Ray LaHood, la portavoce della Casa Bianca dell’era Trump Stephanie Grisham e Olivia Troye, ex consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex vicepresidente Mike Pence. Queste ultime sono state ricevute da Harris, che può contare anche sul supporto di vari governatori e funzionari locali. I “Repubblicani per Harris” saranno presentati ufficialmente in Arizona, Nord Carolina e Pennsylvania. L’ex vicepresidente Mike Pence, pur non unendosi al gruppo, ha detto che comunque non voterà per Trump.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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