Altro che crisi della coppia. Diana Bacosi e Gabriele Rossetti hanno clamorosamente smentito le statistiche Istat sull’Italia, conquistando uno scintillante doppio oro nello skeet misto che sa pure di rivincita personale, dopo il deludente torneo da single. Sul poligono di Chateauroux hanno battuto in un testa a testa thrilling i fortissimi americani, dimostrando per l’ennesima volta di che pasta sono fatti con il fucile in mano.
Eppure davanti avevano due tipi da prendere con le pinze. L’avversario più pericoloso del tandem era sicuramente il cannibale Vincent Hancock, sergente della Us Army, campione olimpico a Pechino 2008, Londra 2012, Tokyo 2021 e ancora cinque giorni fa a Parigi — il passo falso di Rio, nel 2016, gli è costato un pokerissimo da leggenda. Da tenere d’occhio anche la ragazzina texana Jewell Austen Smith, che si è presentata in pedana consapevole del bronzo nell’individuale. Dall’altra parte c’erano però due fuoriclasse, abituati a sbriciolare il piattello a qualsiasi latitudine e in qualunque gara. Non è forse vero che il tiro a volo è considerato la cassaforte delle medaglie tricolori?
Bacosi, perugina classe 1983, capitano dell’Esercito, campionessa olimpica a Rio e argento a Tokyo, ha però incrociato la sfortuna più nera appena arrivata in Francia: tre giorni di febbre, raffreddore e tonsillite (come Sinner!) l’hanno debilitata fisicamente. Non si spiegano altrimenti i sette zeri in qualificazione che le hanno precluso la settimana scorsa l’accesso in finale. In qualche modo parallelo il percorso parigino di Rossetti, poliziotto toscano di 29 anni, figlio d’arte e anche lui trionfatore nel 2016 in Brasile. Si è classificato settimo nell’individuale e quindi primo degli esclusi dal barrage per le medaglie, per colpa di un inizio disastroso macchiato da tre errori letali. Inutile a quel punto la rimonta: pur sparando come sa nei successivi quattro round, è rimasto fuori dalla fase decisiva.
Insomma tutti e due si sono presentati oggi al via con un carico di rabbia che bisognava incanalare positivamente. Su quell’elemento ha fatto leva il commissario tecnico azzurro Andrea Benelli, incoraggiandoli a tirar fuori orgoglio e talento. Patto di ferro e operazione riuscita alla perfezione.
Un solo punto divideva le due coppie nell’ultima serie di piattelli. Vantaggio piccolo ma prezioso per gli italiani, che su quel dischetto del diametro di 11 centimetri, spesso 2,5 e pesante 105 grammi hanno costruito un capolavoro di cervello e braccio. Gabriele ha preparato la strada, portando in dote quel punto in più fino ai quattro tiri decisivi. È toccato a Diana chiudere e l’ha fatto con precisione e freddezza disarmante: due doppietti perfetti e 45-44 per i nostri. Fine dei giochi. E adesso gli ori azzurri a Parigi 2024 sono nove.