Gli agenti penitenziari del carcere di Rikers Island, New York, non indosseranno più le bodycam almeno fino a settembre, a causa di alcuni problemi tecnici con i dispositivi. Naturalmente, la vicenda sta preoccupando i vertici della struttura e gli stessi “ospiti”, poiché le telecamere servono soprattutto a monitorare le interazioni tra le guardie ed i detenuti, e prevenire così eventuali episodi violenti.
Le circa 3.500 bodycam sono state tolte dalle uniformi degli agenti penitenziari ad inizio maggio, dopo che un capitano era rimasto ustionato in seguito all’improvvisa esplosione del suo dispositivo. Inizialmente, le videocamere avrebbero dovuto essere riattivate dopo due settimane. Pochi giorni fa, invece, è stato rivelato che queste ultime non torneranno in servizio prima di settembre.
Definendo l’uso delle bodycam “inestimabile” per determinare ciò che avviene all’interno delle carceri di Rikers Island, notoriamente violente, il controllore federale Steve Martin ha esortato i funzionari del penitenziario a ripristinarle almeno a rotazione. Ha inoltre aggiunto che sono necessarie “per prevenire, individuare e rispondere all’uso eccessivo della forza” da parte degli agenti contro i detenuti.
Nel recente passato, i filmati di Rikers Island hanno già aiutato gli investigatori a documentare comportamenti violenti e illegali da parte delle guardie carcerarie. Le telecamere sono state anche al centro di un episodio alquanto controverso, con il sindaco di New York, Eric Adams, che per un periodo impedì all’organo di controllo delle carceri cittadine, il Board of Correction, di accedere ai filmati.
“Il dipartimento non può funzionare in modo efficace senza le bodycam”, ha dichiarato Bobby Cohen, membro del Consiglio di correzione newyorkese, “Se quelle in uso hanno superato la data di scadenza, il dipartimento dovrebbe immediatamente procurarsene di nuove o di tipo diverso. C’è troppa violenza nelle carceri di New York e i video sono fondamentali per diminuirla”.
Nel corso degli ultimi anni, inoltre, le bodycam hanno fatto conoscere al grande pubblico anche le terribili condizioni in cui versano alcuni istituti penitenziari statunitensi, tra cui quello di Rikers Island. Alcuni mesi fa, grazie alle telecamere, un agente della struttura è stato incriminato per aver introdotto un oggetto appuntito nella cella di un prigioniero, con l’intento di incastrarlo, e per aver successivamente malmenato il malcapitato.
Tuttavia, secondo il Board of Correction, in più occasioni il personale di Rikers Island ha ignorato i regolamenti tenendo spente le bodycam. Dopo l’incendio di maggio, il dipartimento ha rimosso le telecamere dalle uniformi degli agenti penitenziari e ha chiesto all’azienda produttrice, Reveal Media, di valutarle. Centinaia di dispositivi, ormai vecchi e obsoleti, avrebbero dovuto essere sostituiti già da tempo.