Se il primo era un obbligo (must), il secondo è un invito (should). L’Editorial Board del Philadelphia Inquirer si è divertito a riprendere l’articolo del New York Times che chiede al presidente Joe Biden di ritirarsi dalla corsa per un secondo mandato. Stavolta il protagonista è Donald Trump.
Tutta l’attenzione mediatica dopo il dibattito si è concentrata sulla pessima figura che ha fatto Biden in TV. Musica per le orecchie di Trump, che ha potuto godersi da una parte l’autodistruzione del presidente e dell’altra lo spettacolo della lenta disgregazione interna al partito democratico. Ed è proprio qui che entra in gioco il grido di allarme dell’Editorial Board del Philadelphia Inquirer che vuole ricordare chi è il vero danno alla nazione se verrà eletto a novembre: “L’imbonitore carnevalesco che si candida per il lavoro più serio del mondo”.
Ai sostenitori di Trump piace il fatto che dica tutto quello che pensa, “ma vomita soprattutto petrolio”, scrive il Philadelphia Inquirer. In novanta minuti di dibattito Trump ha detto più di una trentina di bugie, non ha risposto neanche a una delle domande dei giornalisti di CNN e si è sollevato da qualsiasi conseguenza derivante dalle sue azioni. Addirittura ha negato di aver fatto sesso con l’ex pornostar Stormy Daniels, nonostante sia già stato riconosciuto responsabile di 34 capi d’accusa in merito – a breve la condanna ufficiale da parte del giudice Juan Merchan.
E ancora. Attacca i militari. Denigra il Dipartimento di Giustizia. Sminuisce l’FBI e la CIA. Gli Stati Uniti sono “una nazione del terzo mondo”, “un inferno”, “vicini alla Terza Guerra Mondiale”. L’ex presidente critica il Paese per elevare se stesso.
Le cose per cui si loda tanto, in realtà, non sono traguardi: il muro è stato costruito, ma non terminato; la “settimana delle infrastrutture” viene ricordata dagli americani dal 2017 come un grande “inside joke”; i tagli alle tasse hanno reso i ricchi ancora più ricchi; infine, l’essersi ritirato dall’Accordo di Parigi e aver promosso le trivellazioni hanno peggiorato l’impatto ambientale degli Stati Uniti a livello globale.
L’editoriale del Philadelphia Inquirer ricorda tutti gli episodi, le bugie e le cattive azioni dell’ex presidente (senza mai nominarlo in questo mondo), concludendo con un monito ai lettori. “Il dibattito è servito per ricordare come sarebbero altri quattro anni di Trump. Bugie, lamentele, narcisismo, odio, caos, corruzione e inciviltà. Perché tornare a questo?”