Affluenza alta alle urne al 65,5%, la destra del Rassemblement National in testa con il 33,2% , il Nuovo Fronte Popolare che unisce tutte le sinistre raggiunge il 28,1%, i centristi del presidente Emmanuel Macron (Ensemble) hanno il 21%. Sono le stime dell’istituto Ipsos delle legislative anticipate in Francia, risultati che confermano il terremoto delle elezioni europee che aveva spinto Macron a sciogliere il parlamento.
Esultanza fra i militanti RN di Marine Le Pen che cantano la Marsigliese: il partito non solo ha vinto ma ha guadagnato rispetto a tre settimane fa e ha la maggioranza relativa all’Assemblea Nazionale; ma Le Pen e il suo delfino Jordan Bardella vogliono la maggioranza assoluta.
“La democrazia ha parlato” esulta Le Pen, che è stata già eletta nella circoscrizione Nord-Pas-de-Calais, “i francesi hanno cancellato il blocco macronista. Hanno dimostrato la voglia di cambiare pagina dopo sette anni di potere sprezzante”. E aggiunge, se andiamo al governo “nessun francese perderà dei diritti. Non credete a chi parla di timori”. Anzi, il rischio sarebbe una vittoria di centrosinistra, con la France Insoumise di Jean Luc Mélenchon che è “a tendenza violenta e antisemita”. Ma, avverte la bionda leader, “il secondo turno sarà essenziale. Ci serve una maggioranza assoluta perché Jordan Bardella sia eletto primo ministro”.
Perché il sistema elettorale francese ne prevede due, di turni, e vanno al secondo turno tutti i candidati che hanno avuto almeno il 12,5% dei voti degli iscritti (e non dei votanti). Sembra una questione tecnica ma può cambiare il risultato. Si creano infatti non solo sfide a due ma anche dei cosiddetti “triangolari”. Ora, storicamente, le forze centriste e di sinistra e anche di centrodestra hanno fatto sempre blocco contro il Front National dei Le Pen, oggi Rassemblement National (prima il padre Jean Marie oggi la figlia Marine) facendo dei “patti di desistenza” cioè ritirando il candidato più debole e convogliando i voti sul candidato che rimaneva in lizza contro quello di RN.
La maggioranza assoluta all’Assemblea è a 290 seggi (sono 577 in tutto). Il RN ne avrebbe per ora – aspettando i definitivi – fra 230 e 280. Il numero dei “triangolari” cioè di sfide che vanno al secondo turno sarebbe almeno di 295.
E i politici francesi si sono già espressi. Immediatamente Emmanuel Macron, che ha parlato all’agenzia France Presse per dire che “l’affluenza indica il desiderio dei cittadini di chiarire la situazione politica. Di fronte al Rassemblement National è il momento di un grande raggruppamento democratico e repubblicano”. In altri termini: sì, ai ‘patti di desistenza’.
Verdi, socialisti e altri gruppi di sinistra avevano già annunciato altrettanto prima del voto. Restava Jean-Luc Mélenchon, il leader della sinistra populista de La France Insoumise, che ha preso più voti di tutti all’interno del Nuovo Fronte Popolare. Mélenchon ha parlato subito dopo i primi risultati e se ha attaccato violentemente Macron, un leader “fallito”, e chiamato a dare “una maggioranza assoluta al Nuovo Fronte Popolare”, ha però anche detto “Dove ci sono dei triangolari, se saremo in terza posizione, ritireremo la nostra candidatura. La nostra consegna è chiara: non un voto, non un seggio in più per il Rassemblement National”.
Anche Jordan Bardella ha parlato subito dopo i risultati, anche lui agitando lo spettro di una “estrema sinistra pericolosa” egemone nel Nuovo Fronte Popolare, quella di Mélenchon “che minaccia di disarmare la polizia, aprire le porte all’immigrazione, che è ingiuriosa verso le istituzioni, e fa correre alla Francia un pericolo esistenziale”. Da parte sua promette, se avrà la maggioranza assoluta, di andare al governo per essere il premier “di tutti i francesi”, di garantire la sicurezza, di bloccare l’immigrazione, mentre “i diritti di tutti i francese saranno garantiti. Domenica prossima la vittoria è possibile e l’alternanza è a portata di mano” conclude il 28enne Bardella.
Saranno in primo luogo gli elettori moderati dunque a fare la differenza, a dover scegliere fra l’RN e il presunto “pericolo esistenziale” di un fronte di sinistra dove Mélanchon è il numero uno.
Si vota per il secondo turno il 7 luglio, e vale la pena di ricordare che Emmanuel Macron è all’Eliseo per altri tre anni.