Sarebbe un comizio come tanti. Solo che Joe Biden è tornato in pubblico a poche ore dal dibattito con Donald Trump che lo ha visto roco, incerto e poco incisivo, e che ha scatenato onde di vero panico fra i democratici. Il presidente in carica, 81 anni e mezzo (ne avrebbe 82 se fosse eletto in novembre), ha commentato apertamente la sua età con parole esplicite come mai prima. “So che non sono un giovanotto, per dire un’ovvietà” ha detto in un comizio gremito di sostenitori in North Carolina. “So che non cammino come un tempo, non parlo facilmente come un tempo, non dibatto più come una volta, ma so quello che so. So come dire la verità” , un riferimento alla sfilza di bugie infilate da Donald Trump nel dibattito di Atlanta.
“So distinguere il bene e il male. So come fare questo lavoro. So come funzionano le cose. Come milioni di americani, so che, quando ti abbattono, ti rialzi” ha aggiunto. E ancora, ha dichiarato che sarà in grado di guidare gli Stati Uniti: “Vi dò la mia parola come Biden, non mi candiderei se non credessi con tutto il cuore e con tutta l’anima che posso fare questo lavoro. Perché francamente la posta in gioco è troppo alta”.
La posta in gioco, è la vittoria di Trump. Il nuovo comizio di Biden è stato interrotto varie volte da dimostranti pro palestinesi, ma il presidente è riuscito a proseguire e le proteste sono state sommerse dallo slogan scandito dalla folla, “four more years!” altri quattro anni. Ma il board tdel New York Times chiede ufficialmente che abbandoni la corsa.
Fra i suoi sostenitori è arrivato anche Barack Obama, che in difesa del suo ex vicepresidente ha scritto su X “Un brutto dibattito può capitare. Credetemi ne so qualcosa. Ma questa elezione è ancora una scelta fra una persona che ha combattuto tutta la vita per la gente comune, e un’altra che pensa solo a se stesso. Fra una persona che dice la verità, che distingue il bene dal male e che parlerà francamente al popolo americano – e un’altra che mente senza pudore per il proprio vantaggio. La serata di ieri non ha cambiato queste cose, e per questo c’è tanto in gioco in novembre”.
Il post di Obama, a dire il vero, stupisce soprattutto perché ammette apertamente che “la serata di ieri” è stata un disastro di immagine e di sostanza. D’altra parte è quello che ripere tutto il campo democratico e da questa mattina la stampa si esercita sulle ipotesi di chi potrebbe convincere Biden a farsi da parte, e chi potrebbe prendere il suo posto (una cosa che tecnicamente potrebbe avvenire solo alla convention democratica, se il presidente gettasse la spugna, visto che ha già i delegati necessari alla nomination ufficiale).
Questa svolta clamorosa però avrebbe bisogno anche di un altro candidato giovane, energico e carismatico. Fra i nomi circolati oggi vorticosamente, la vicepresidente Kamala Harris; il governatore della California Gavin Newsom (che dopo il dibattito di Atlanta a cui ha presenziato ha ribadito la sua fedeltà al presidente); la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer (a favore della tutela dell’aborto e di leggi più severe per il controllo delle armi); il governatore dell’Illinois JB Prtzker.
Biden però per ora chiaramente intende tornare in sella e magari sperare di rifarsi nel secondo dibattito con l’avversario – che è previsto però in settembre, cioè a meno di due mesi dal voto, e dopo che entrambi avranno accettato la nomination dei rispettivi partiti. Se i democratici davvero volessero cambiare cavallo, dovrebbero decidersi molto prima – e convincere l’inquilino della Casa Bianca.