Per i detenuti americani una buona notizia. La Federal Communications Commission, l’agenzia governativa che si occupa di comunicazioni, ha deciso di porre fine alle tariffe telefoniche “esagerate” che i carcerati o le loro famiglie devono pagare quando vogliono sentirsi. La nuova regolamentazione ridurrebbe significativamente i limiti tariffari al minuto esistenti per le chiamate in uscita dallo Stato e dal continente effettuate dalle strutture penitenziarie.
In un comunicato stampa, FCC ha dichiarato che il 18 luglio “voterà per porre fine alle tariffe esorbitanti delle telefonate e videochiamate che hanno gravato sulle persone incarcerate e sulle loro famiglie per decenni. Il Congresso ha autorizzato l’agenzia a colmare le ultime lacune nel sistema di comunicazione che hanno avuto effetti dannosi sulle famiglie e sui tassi di recidiva a livello nazionale”.
Se verranno introdotti i cambiamenti, gli utenti dei penitenziari più grandi per una chiamata audio di 15 minuti pagherebbero 90 centesimi al minuto, anziché 11,35 dollari in base ai tetti tariffari in vigore oggi. Coloro che invece telefoneranno da piccoli centri di detenzione pagheranno solo 1,35 dollari anziché 12,10.
“Gli elevati costi aumentano la depressione, l’isolamento e la solitudine tra gli individui incarcerati, danneggiandoli attivamente – hanno scritto i membri della Leadership Conference, una coalizione per i diritti civili. – Anziché fornire loro benefici, arrecano danni”.
I contratti telefonici delle carceri americane si basano su “commissioni”, ovvero il fornitore paga una specie di tangente all’agenzia governativa contraente. Queste tasse fanno lievitare i costi delle telefonate che, nella maggior parte dei casi, non vengono sostenuti dai detenuti ma dai loro congiunti.
Nel 2017, la Corte d’Appello del Circuito di Washington ha annullato i limiti tariffari intrastatali della FCC. Conseguentemente le tariffe sono andate fuori controllo e hanno creato divari fra le diverse carceri della contea.