Questo fine settimana il numero di migranti intercettati mentre cercavano di attraversare clandestinamente il confine tra Stati Uniti e Messico è diminuito sensibilmente rispetto, frutto di una nuova politica restrittiva dell’amministrazione Biden che contempla la chiusura delle frontiere in caso di oltre 2.500 ingressi giornalieri.
Secondo un funzionario anonimo, venerdì la Border Patrol degli Stati Uniti ha arrestato circa 3.100 persone che entravano illegalmente nel Paese, registrando una diminuzione di circa il 20% rispetto ai giorni precedenti. “È ancora troppo presto per dire se questa sia una tendenza definitiva,” ha affermato il funzionario, “ma penso che indichi un possibile successo iniziale.”
Mercoledì scorso, Biden ha adottato un ordine esecutivo per contrastare l’emergenza migratoria al confine meridionale, calcolando la media giornaliera su base settimanale. La frontiera – e la possibilità di chiedere asilo – dovrebbe riaprire solo quando il numero sarà sceso a 1.500. Il divieto di asilo prevede eccezioni per i minori non accompagnati, persone che affrontano gravi minacce mediche o di sicurezza, e vittime di tratta.
L’obiettivo della nuova politica è aumentare il numero di migranti sottoposti a “rimozione accelerata,” un processo di deportazione rapida: da mercoledì, più di 2.000 persone al giorno ne sono state sottoposte, più del doppio rispetto al tasso precedente, ha riferito il funzionario.
L’ordine esecutivo di Biden mira a prevenire qualsiasi potenziale aumento degli attraversamenti al confine che potrebbe verificarsi più avanti quest’anno, in prossimità delle cruciali elezioni presidenziali di novembre. La crisi migratoria è infatti uno dei temi elettorali più caldi su cui si giocherà la possibile rielezione dell’81enne capo di Stato. L’American Civil Liberties Union ha tuttavia promesso di intentare causa per bloccare la misura, che ricalca da vicino le restrizioni sull’asilo dell’era Trump.