Sarebbero almeno 37 i morti causati dall’attacco israeliano che nelle prime ore di giovedì ha colpito una scuola che ospitava decine di palestinesi sfollati a Nuseirat, nel centro di Gaza, tra cui 23 donne e diversi bambini, secondo le autorità sanitarie locali. L’esercito israeliano sostiene che l’edificio sia stato bersagliato in quanto base operativa dei guerriglieri di Hamas.
L’attacco è avvenuto dopo che l’esercito dello Stato ebraico ha annunciato una nuova offensiva terrestre e aerea in diversi campi profughi nel centro di Gaza, alla ricerca dei militanti palestinesi tornati nelle sezioni della Striscia di Gaza precedentemente invase da Tsahal.
Testimoni e funzionari ospedalieri hanno riferito che l’attacco, avvenuto poco prima dell’alba, ha colpito la scuola al-Sardi, gestita dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). A quanto si apprende, l’edificio era affollato di palestinesi che erano fuggiti dagli attacchi israeliani e dai bombardamenti nel nord di Gaza. I missili israeliani avrebbero colpito soprattutto le aule al secondo e terzo piano, dove dormivano le famiglie.
L’ospedale Martiri di Al-Aqsa, nella vicina città di Deir al-Balah, ha ricevuto i corpi di almeno 33 persone morte nell’attacco, tra cui 14 bambini e nove donne, secondo i registri ospedalieri e la testimonianza di un giornalista dell’Associated Press presente nel nosocomio. Un altro attacco su una casa durante la notte ha poi ucciso altre sei persone. Entrambi gli attacchi sono avvenuti a Nuseirat, uno dei numerosi campi profughi densamente popolati di Gaza risalenti alla guerra del 1948 che portò alla creazione dello Stato d’Israele.
L’esercito israeliano sostiene che Hamas avesse stabilito un compound all’interno della scuola e che i militanti di Hamas e della Jihad islamica la stessero usando come rifugio per pianificare attacchi contro le truppe israeliane, anche se non ha fornito prove a sostegno delle sue tesi. Le IDF hanno poi assicurato di aver preso le necessarie precauzioni prima dell’attacco “per ridurre il rischio di danneggiare civili non coinvolti… inclusa la sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence.”
Dall’inizio della guerra, che ha costretto la maggior parte dei 2,3 milioni di abitanti del territorio a lasciare le proprie case, le scuole gestite dall’UNRWA in tutta Gaza hanno funto da rifugi rudimentali per centinaia di migliaia di persone.
Israele ha lanciato la sua campagna militare a Gaza dopo la serie di attentati di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano, in cui i militanti hanno ucciso circa 1.200 persone e ne hanno prese altre 250 in ostaggio. Otto mesi di offensiva israeliana hanno causato la morte di almeno 36.000 palestinesi, secondo il ministero della Sanità di Gaza, che fa capo ad Hamas e non distingue tra combattenti e civili. Lo Stato ebraico incolpa Hamas per le morti civili perché avrebbe volutamente posizionato combattenti, tunnel e lanciarazzi in aree residenziali.
Mercoledì, l’esercito di Tel Aviv ha dichiarato che stava operando “sia sopra che sotto terra” nelle parti orientali di Deir al-Balah e nel campo profughi di Bureij nel centro di Gaza. L’operazione è iniziata con attacchi aerei sulle infrastrutture dei militanti, dopo di che le truppe hanno iniziato una “operazione mirata in pieno giorno” in entrambe le aree.
Israele ha lanciato regolarmente attacchi aerei in tutte le sezioni di Gaza dall’inizio della guerra e ha effettuato massicce operazioni terrestri nelle due città più grandi del territorio, Gaza City e Khan Younis, radendo gran parte di esse al suolo. L’esercito ha condotto un’offensiva all’inizio di quest’anno per diverse settimane a Bureij e in altri campi profughi vicini nel centro di Gaza.
Lo scorso venerdì, le truppe dello Stato ebraico si sono ritirate dal campo di Jabaliya nel nord di Gaza, consentendo ai soccorritori di recuperare i corpi di 360 persone, per lo più donne e bambini, uccise durante la battaglia.
La scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno proposto una tregua in tre fasi che prevede una cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi. Il Governo di ultra-destra israeliano ha però ribadito che non terminerà la guerra senza distruggere Hamas, mentre il gruppo militante chiede una tregua duratura e il ritiro completo delle forze israeliane – condizioni che Tel Aviv non intende soddisfare.