Nel prossimo anno scolastico la Florida manterrà nel curriculum per l’insegnamento degli studi sociali “alcune affermazioni controverse sulla storia dei neri che lo scorso anno hanno suscitato severe reazioni”, lo riferisce Politico.
I nuovi standard di insegnamento della Florida includono lo stesso linguaggio che l’anno scorso ha suscitato critiche a livello nazionale per aver insegnato agli studenti delle scuole medie “come gli schiavi sviluppassero abilità che, in alcuni casi, potevano essere applicate per il loro beneficio personale”.
Fino alla promulgazione del 13° emendamento nel 1865, si stima che negli Stati Uniti risiedessero 10 milioni di schiavi, trattati come esseri subumani e alla stregua di merci da acquistare, vendere e sfruttare.
“L’esistenza della schiavitù crea un paradigma razziale che ha implicazioni e conseguenze che arrivano fino al presente”, ha detto Bernard Powers, storico del College di Charleston nella Carolina del Sud. “Quando si comincia a dire, soprattutto ai giovani, che gli afroamericani hanno beneficiato in qualche modo della schiavitù, si comincia a minare quello che noi che studiamo l’istituzione sappiamo”.
“(Gli schiavi) sarebbero stati certamente limitati alle competenze più tecniche perché il sistema della schiavitù si basava anche sull’analfabetismo imposto dalla legge e la legge impediva loro di imparare a leggere e scrivere”, ha aggiunto l’esperto.
Il governatore della Florida Ron DeSantis ha dichiarato ai giornalisti che il programma di studi “probabilmente mostrerà come alcune delle persone alla fine sono riuscite a trasformare l’attività di maniscalco in lavori più avanzati”.
Anche i membri del Consiglio per l’istruzione della Florida che hanno preso parte alla task force per la creazione del nuovo piano di studi hanno ribadito la loro decisione, affermando in una dichiarazione che “alcuni schiavi hanno sviluppato mestieri altamente specializzati per i quali hanno tratto beneficio”. Alle affermazioni hanno corredato 16 esempi. Tuttavia, secondo un fact-checking del Tampa Bay Times, quasi la metà delle persone citate non erano schiave.