Quasi 17.000 tra soldati filippini e statunitensi hanno dato il via lunedì a “Balikatan”, un’esercitazione militare congiunta di tre settimane che quest’anno ha eccezionalmente luogo nelle isole Batanes, un arcipelago di mini-isole nel Mar Cinese Meridionale (delle quali una sola è abitata) ad appena 200 chilometri a sud di Taiwan.
“Le esercitazioni in questi luoghi avvengono sulla base del diritto internazionale e nell’ambito dei vostri diritti e responsabilità sovrani”, ha dichiarato in un briefing il generale di divisione William Jurney, direttore dell’esercitazione.
Oltre a Stati Uniti e Filippine, è prevista la partecipazione di contingenti minori di Australia e Francia. Altre quattordici nazioni – tra cui Corea del Sud, Giappone, India, Thailandia, Nuova Zelanda e Germania – vi prendono parte come osservatori.
Da tempo la Cina si sospetta che Washington voglia costruire un porto in una di queste isole che si snodano nello spazio d’acqua fra le Filippine e Taiwan, quale possibile rampa di lancio per difendere Formosa in caso di invasione cinese.
Nel 2022 il presidente statunitense Joe Biden ha promesso di intervenire a fianco di Taipei in caso di “attacco non provocato” da parte di Pechino. Attacco che pare tuttavia sempre più prossimo, secondo gli esperti di politica cinese, tanto che in occasione del bilaterale Xi-Biden tenutosi a novembre a San Francisco, il leader del Dragone ne avrebbe preventivamente messo al corrente anche l’omologo USA.
Aspre dispute territoriali tra Pechino e diversi Paesi del Sud-Est asiatico vedono come sfondo proprio il Mar Cinese Meridionale: la Cina rivendica la sovranità sulla maggior parte dello strategico corso d’acqua che vale oltre 3.000 miliardi di dollari di commercio annuale via nave, comprese parti di territorio reclamate da Filippine, Vietnam, Indonesia, Malesia e Brunei.
Dallo scorso anno, in particolare, la Marina del Dragone è stata protagonista di una escalation politico-militare contro le Filippine. La disputa concerne soprattutto la cosiddetta Seconda Secca di Thomas, un isolotto disabitato situato nella zona economica esclusiva di Manila – che la presidia militarmente dal 1999. Il territorio fa parte di quelle che a livello internazionale sono note come Isole Spratly, che a detta di Pechino sarebbero di esclusiva sovranità cinese. Negli ultimi mesi la disputa ha comportato diversi atti di sabotaggio da parte del Dragone, che finora ha impiegato cannoni ad acqua contro imbarcazioni civili (principalmente di pescatori) e militari di Manila.
Pechino si rifiuta peraltro di riconoscere l’opinione della Corte permanente di arbitrato, che nel 2016 ha stabilito che le rivendicazioni cinesi nel corso d’acqua non avrebbero alcuna base giuridica.
All’inizio del mese, Joe Biden ha ospitato a Washington un vertice trilaterale con i leader di Filippine, Ferdinand Marcos Jr., e Giappone, Fumio Kishida, incentrato proprio sulle crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale e sui modi di contrastare l’espansionismo cinese.