Il procuratore speciale Jack Smith ha presentato una memoria ai giudici della Corte Suprema federale affinché respingano le richieste di Donald Trump che afferma di essere immune da procedimenti penali per aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020.
Il punto di vista del procuratore speciale secondo cui “nessuna persona è al di sopra della legge, incluso il presidente” è sostenuto in altri documenti supplementari inviati agli alti magistrati in allegato alla memoria di Jack Smith, da 19 generali e ammiragli a 4 stelle e da ex legislatori repubblicani.
In una lettera inviata alla corte, gli alti comandi delle forze armate ora in pensione hanno definito le argomentazioni di Trump “contrarie ai principi fondamentali della nostra democrazia”. Hanno avvertito che una sentenza a favore di Trump minerebbe “l’autorità legale e morale” di un presidente nel comandare le forze militari, “poiché segnalerebbe che sono loro, ma non lui, a dover obbedire allo stato di diritto”. Inoltre, hanno affermato, “minaccerebbe di seminare il caos nelle operazioni militari”, così come nelle transizioni pacifiche del potere presidenziale.
“Il concetto di tale immunità, sia in generale sia specificatamente nel contesto della fittizia negazione dei risultati elettorali, minaccia di mettere a repentaglio la sicurezza della nostra nazione e la leadership internazionale”, hanno affermato. “Soprattutto in tempi come quello attuale, in cui i regimi antidemocratici e autoritari sono in aumento in tutto il mondo, una tale minaccia è intollerabile e pericolosa”.
In un’altra lettera di accompagnamento, 13 ex funzionari nominati ed eletti, tra cui gli ex rappresentanti repubblicani Tom Campbell e Tom Coleman e l’ex governatore del Massachusetts Bill Weld, hanno sostenuto che schierarsi contro Smith potrebbe incoraggiare in futuro quanti vengono sconfitti nelle elezioni di armare l’esercito e “altro personale” per cercare di invertire i risultati elettorali a loro non graditi.
Nella memoria di 66 pagine, Jack Smith ha scritto all’alta corte che la “nuova e radicale” proposta di Trump per l’immunità assoluta non è sostenuta da alcun “testo costituzionale, dalla storia o da precedenti politici”.
Smith afferma che “i padri fondatori non hanno mai sostenuto l’immunità penale per un ex presidente e tutti i presidenti dalla fondazione della Repubblica all’era moderna sapevano che dopo aver lasciato l’incarico avrebbero dovuto affrontare una potenziale responsabilità penale per atti ufficiali”.
La memoria di Smith segna l’ultima occasione per i pubblici ministeri di esporre le loro argomentazioni davanti alla Corte Suprema che valuterà il caso il 25 aprile.
Le richieste dei rinvii per l’inizio dei processi presentati dagli avvocati di Trump hanno segnato una vittoria significativa per l’ex presidente, i cui avvocati avevano cercato di rallentare tutti i processi giudiziari, specialmente quelli il procuratore speciale Smith che spingeva invece per accelerare i processi in modo da poter ottenere una sentenza prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre.
Trump deve affrontare quattro accuse federali relative al suo piano per interferire con la vittoria elettorale di Joe Biden. Si è dichiarato non colpevole e allo stesso modo ha negato ogni illecito negli altri tre procedimenti penali attualmente in corso contro di lui.
L’ex presidente aveva cercato per la prima volta di far archiviare le sue accuse sulla base dell’immunità lo scorso ottobre. Il giudice federale Tanya Chutkan, che sta supervisionando il caso, aveva respinto tale richiesta. Gli avvocati di Trump hanno fatto appello e, mentre il processo di appello si trascinava nell’anno successivo, il giudice Chutkan ha stralciato la data del processo originale del 4 marzo. All’inizio di febbraio, una corte d’appello ha confermato la decisione del giudice Chutkan, con un collegio di tre giudici che ha ritenuto che “qualsiasi immunità esecutiva che avrebbe potuto proteggere Trump mentre era presidente non lo protegge più dal momento in cui è decaduto”. Come ultima possibilità l’ex presidente si è rivolto alla Corte Suprema che ha accettato di ascoltare le argomentazioni orali sulla questione.