Derrick Dearman, un assassino detenuto presso il braccio della morte del William C. Holman Correctional Facility di Atmore, in Alabama, ha detto di essere pronto a pagare con la vita per i crimini commessi, rendendo così giustizia alle famiglie delle 5 vittime da lui uccise nel 2016.
Nel corso di una intervista telefonica alla NBC, il trentaseienne ha rivelato di aver spedito nove lettere, all’inizio di questa settimana, al governatore dell’Alabama Kay Ivey, al procuratore generale Steve Marshall, ai giudici e alle altre persone coinvolte nell’orribile caso, informandoli di voler rinunciare all’appello e di voler essere giustiziato.
“E’ tempo che le vittime e le loro famiglie ottengano la giustizia che meritano”, ha dichiarato il detenuto, “Ho passato molte notti a pensare: ‘Cosa direi a ognuno di loro se avessi la possibilità di parlarci?’ È anche per questo che ho deciso di far eseguire la mia sentenza. Le parole non hanno alcun peso in questa situazione. L’unica cosa che vorrei davvero è che tutti coloro che sono stati feriti da queste azioni mi perdonino. Non per me, ma per loro stessi. In questo modo, libereranno il loro cuore, per poter guarire veramente”.
Dearman ha fatto il suo annuncio due mesi dopo che la Corte Suprema dell’Alabama ha respinto la richiesta di appello della sua sentenza e ha confermato le condanne. Era stato accusato di sei omicidi perché una delle vittime, la 22enne Chelsea Marie Reed, era incinta di cinque mesi. Le altre persone assassinate, erano invece Shannon Melissa Randall, 35 anni, Robert Lee Brown, 26, Justin Kaleb Reed, 23, ed il ventiseienne Joseph Adam Turner.
Dearman, originario di Leakesville, Mississippi, ha detto di aver affrontato il processo di appello solo per il bene della sua famiglia: “Mi hanno detto: ‘Derrick, dacci solo qualche anno. Ce lo meritiamo, è un nostro diritto come famiglia lottare per la tua vita’, e io ho acconsentito”.
“Le droghe mi hanno trasformato in una persona imprevedibile e violenta”, ha inoltre aggiunto l’assassino, “La persona che ha commesso questi crimini e quella che sono veramente sono due entità diverse. Una volta che la mia mente stava tornando lucida, dopo l’arresto, mi rendevo conto di quello che avevo fatto e non riuscivo a crederci, perché quella era tutta brava gente. Ciò però non cambia il fatto che i crimini sono stati commessi”.
Due settimane dopo gli omicidi, commessi il 20 agosto 2016, la scena del crimine – la casa dei Turner – andò a fuoco. Ma non prima che gli investigatori raccogliessero le prove necessarie contro Dearman. Poi, nel settembre 2018, l’uomo licenziò i suoi due avvocati d’ufficio e si dichiarò colpevole.
Il detenuto ha infine spiegato che preferirebbe morire tramite l’iniezione letale. “L’esecuzione mi spaventa? Si e no”, ha affermato il trentaseienne, “In realtà, se vado fino in fondo, ci penso meno di tutti. La mia mente è concentrata sul tentativo di fare la cosa giusta”.