L’amministrazione Biden ha ordinato un’indagine sui potenziali rischi per la sicurezza nazionale associati alle automobili di produzione cinese. L’indagine, condotta dal Dipartimento del Commercio, esplorerà la possibilità di spionaggio facilitato dai sensori, dalle telecamere e dai software integrati nelle moderne automobili made in China.
Biden ha sottolineato la necessità di misure di salvaguardia, perché – ha sostenuto – le auto moderne sono come gli smartphone, e raccolgono e condividono con il cloud una serie di dati sui conducenti e sui loro spostamenti quotidiani.
“La Cina è determinata a dominare il futuro del mercato automobilistico, anche ricorrendo a pratiche sleali”, ha dichiarato Biden in un comunicato di giovedì. “Le politiche della Cina potrebbero inondare il nostro mercato con i suoi veicoli, mettendo a rischio la nostra sicurezza nazionale. Non permetterò che questo accada sotto il mio controllo”.
“Immaginate se sulle strade americane circolassero migliaia o centinaia di migliaia di veicoli cinesi che potrebbero essere immediatamente e simultaneamente disattivati da qualcuno a Pechino”, ha affermato la segretaria al Commercio Gina Raimondo. “È quindi spaventoso contemplare i rischi informatici e di spionaggio che questi comportano”.
L’indagine non imporrà immediate restrizioni, ma potrebbe limitare le vendite se venissero identificati gravi rischi. La Casa Bianca ha inoltre fatto notare come Pechino abbia già imposto ampie restrizioni sulle auto americane e su altri veicoli stranieri per motivi analoghi.
La mossa arriva nel contesto della crescente influenza delle case automobilistiche cinesi a livello globale, che pone sfide enormi ai produttori occidentali. Le case automobilistiche di Detroit, e in particolare la Ford, hanno espresso preoccupazione per la concorrenza dei veicoli cinesi, soprattutto nel mercato dei veicoli elettrici.
Attualmente, tuttavia, le auto cinesi importate negli Stati Uniti costituiscono una percentuale assai minoritaria del parco auto totale – soprattutto a causa delle forti tariffe che gli Stati Uniti impongono sui veicoli importati dal Dragone. Tuttavia, alcuni colossi dell’automotive cinesi stanno studiando misure per evitare i dazi costruendo impianti di assemblaggio in Paesi vicini come il Messico.
L’indagine sulle auto che possono diventare spie ricorda la campagna contro la Huawei, il gigante cinese delle telecomunicazioni che ha alimentato i timori di spionaggio e furto di proprietà intellettuale negli Stati Uniti e in altri Paesi – e a cui è stato perciò proibito operare negli USA.