Le compagnie petrolifere e del gas, tra cui Chevron, BP e Devon, stanno investendo centinaia di milioni di dollari nelle startup che si occupano della produzione di energia geotermica e che utilizzano la tecnica del fracking, comunemente usata per trovare il petrolio, per cercare il calore nel sottosuolo e trasformare così il settore in un grande produttore di energia pulita.
La nuova industria geotermica è il risultato di una sorprendente confluenza di interessi tra i settori del petrolio e del gas, della tecnologia e dell’energia verde. Il calore che i trivellatori trovano nel sottosuolo può essere utilizzato per generare una fornitura costante, 24 ore su 24, di elettricità priva di emissioni di carbonio, ambita dalle aziende tecnologiche per i loro data center.
Il Dipartimento dell’Energia americano stima che quella geotermica potrebbe alimentare l’equivalente di oltre 65 milioni di case negli Stati Uniti, entro il 2050. Come spiegato dal WSJ, trovare sacche di calore sotterraneo è relativamente facile in luoghi con molta attività geotermica, come Stati Uniti, Indonesia e Nuova Zelanda. Quando il calore è più profondo nella terra, però, è più difficile e più costoso “scovarlo”. Tali vincoli hanno mantenuto la quota del settore nella produzione di elettricità negli USA a meno dell’1%.
Gli esperti, però, prevedono che i progressi tecnologici nella trivellazione dei pozzi, nella modellazione e la qualità dei nuovi sensori cambieranno la situazione. Il settore ha iniziato a mutare circa cinque anni fa, quando aziende come Google hanno cominciato a gestire le proprie attività utilizzando energia rinnovabile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, capendo al contempo di non poter contare solo sulle fonti solari ed eoliche.
“Si è venuto a creare questo slancio verso la ricerca di nuove soluzioni”, ha dichiarato al WSJ Tim Latimer, capo della startup Fervo Energy, “ciò ci ha permesso di mettere la geotermia sulla mappa per la prima volta dopo molto tempo”. La società, utilizzando la perforazione orizzontale e il pompaggio dell’acqua nel sottosuolo attraverso le fratture della roccia, in un processo simile al fracking, ha scoperto che molti paesi del mondo potrebbero generare elettricità dall’energia geotermica.
Dopo che l’acqua si è riscaldata in profondità nel sottosuolo, infatti, ritorna in superficie, dove trasferisce il calore ad un altro liquido con un punto di ebollizione più basso. Ciò genera il vapore, che fa girare le turbine che a loro volta producono l’elettricità.
Attualmente, però, la produzione di energia geotermica è molto più costosa di quella eolica o solare. Nonostante ciò, le spese, seppur lentamente, iniziano a diminuire: la stessa startup ha spiegato che i costi di perforazione per i suoi primi quattro pozzi orizzontali nello Utah sono scesi a 4,8 milioni di dollari, praticamente la metà della cifra pagata dalla società due anni fa, per un progetto analogo in Nevada.