Scagionato e… avvelenato. Le conclusioni dell’indagine svolta dal procuratore speciale Robert Hur sui documenti “dimenticati” da Joe Biden nel suo garage nella casa in Delaware quando era il vicepresidente di Barak Obama discolpano il presidente dalle responsabilità penali, ma contengono perfide critiche sulle sue capacità di memoria che stanno facendo più danni di una imputazione formale.
Nel suo rapporto di 345 pagine, Hur sostiene che a causa dell’età avanzata la memoria dell’81enne Biden è “confusa”, “difettosa”, “scarsa” e con “limitazioni significative”.
Sia ben chiaro, Biden non è stato prosciolto perché rimbambito, ma perché non ci sono le prove che abbia commesso un crimine. Tuttavia i commenti tossici di Hur nelle sue conclusioni, che con le indagini, di per sé, non hanno nulla a che vedere, stanno causando giganteschi danni all’immagine del presidente nel mezzo della campagna elettorale perché danno pesanti munizioni a Donald Trump per attaccarlo. Tanto che ora alcuni esponenti repubblicani chiedono a gran voce l’applicazione del 25esimo emendamento della Costituzione per rimuoverlo dalla Casa Bianca. Il 25esimo emendamento della Costituzione è quello che permette di sostituire il presidente in caso di incapacità.
The President’s press conference this evening further confirmed on live television what the Special Counsel report outlined.
He is not fit to be President.
— Speaker Mike Johnson (@SpeakerJohnson) February 9, 2024
Lo speaker della Camera, Mike Johnson, ha oggi definito Biden “inadatto allo Studio Ovale”. Altri esponenti repubblicani, i senatori Rick Scott, Mike Lee e Josh Hawley, e i parlamentari Mary Miller, Marjorie Taylor Greene, Mike Collins e Claudia Tenney chiedono la sua rimozione.
Con loro i tam tam della destra con Steve Bannon, che dal suo “War Room” lancia saette contro il “rimbambito della Casa Bianca”. E poi Charlie Kirk, leader di Turning Point USA, il conduttore di un programma radiofonico Mark Levin e l’ex governatore del Wisconsin Scott Walker. Tutti invocano l’applicazione del 25esimo emendamento.
Hur ha creato una situazione simile a quella “esplosa” nel 2016 quando a pochi giorni dalle elezioni l’allora direttore dell’Fbi, James Comey entrò a gamba tesa nella sfida elettorale mandando una lettera al Congresso per informare i parlamentari che aveva riaperto le indagini su Hillary Clinton per le sue email. Una decisione che molto probabilmente è stata determinante per mandare Donald Trump alla Casa Bianca.
Ed ora si ripropone uno scenario simile. Robert Hur nel suo rapporto definisce Joe Biden come “un uomo anziano, con problemi di memoria”. Arrivando addirittura a collegare la sua mancata azione penale, dopo che non ha trovato le prove, alle “significative limitazioni della memoria dell’81enne presidente”. Aggiungendo poi, sempre dopo che le prove non sono state trovate, “sarebbe difficile convincere una giuria a condannare un presidente di oltre gli 80 anni per un crimine che richiede la premeditazione mentale”.
Una serie di giudizi che trasformano il magistrato inquirente in un gerontopsichiatra, che in questo modo modifica la mancanza di responsabilità penali del presidente in un atto di accusa per le sue facoltà mentali.
Robert Hur, repubblicano, procuratore in Maryland durante l’amministrazione Trump, venne nominato consulente speciale nel gennaio 2023, dall’Attorney General Merrick Garland dopo che alcuni assistenti del presidente avevano contattato il Dipartimento della Giustizia perchè avevano casualmente trovato alcuni scatoloni con le agende di Biden di quando era vicepresidente. Note personali, appunti su cose da dire e discutere con il presidente, impressioni dopo le riunioni di gabinetto. Materiale che fece leggere ad un gostwriter per scrivere una biografia. Non se ne fece nulla. Il libro non fu scritto e il materiale rimase abbandonato sul soppalco del garage. Ma era il momento in cui tutti i riflettori della politica e della giustizia americana erano puntati su Mar A Lago e sugli scatoloni con i dossier top secret (tra cui anche i piani di invasione dell’Iran preparati dal Pentagono) che l’ex presidente aveva portato via dalla Casa Bianca e poi nascosto nella cantina della sua residenza in Florida. Bugie e ostruzionismo che alla fine hanno portato a una incriminazione formale con 37 capi d’accusa.
Così, anche se la vicenda aveva poche similitudini con quella di Donald Trump, per il quieto vivere politico venne nominato l’inquirente indipendente. In questi mesi, Hur ha condotto 173 interrogatori di 147 testimoni, compreso Biden che, come ha reso noto lui stesso, si è reso disponibile per 5 ore tra il l’8 e il 9 ottobre scorso, subito dopo gli attacchi di Hamas in Israele del 7 ottobre.
Trump e i “trumpiani” lo accusano di essere ormai troppo vecchio, facile alle gaffe e ai lapsus. Fox News ripropone incessantemente i suoi errori e manda in onda le vecchie immagini di quando è scivolato scendendo dalla scaletta dell’Air Force One o di quando è caduto dalla bicicletta. O quando ha affermato di aver parlato con Mitterrand e Kohl, entrambi morti da anni, confondendoli con Macron e Scholz. Il martellamento mediatico dà risultati: un sondaggio recente della NBC News afferma che Biden è troppo vecchio per governare altri quattro anni secondo il 77% degli americani in età per votare (l’89% dei repubblicani e il 69% dei democratici).
Il danno è fatto. Da capire se Biden riuscirà a trovare l’antidoto al veleno usato da Hur.