Preoccupazione a Dearborn, in Michigan, dopo che il Wall Street Journal ha pubblicato un fondo che definisce la città a maggioranza arabo-americana e musulmana “la capitale americana della Jihad”.
Il sindaco Abdullah H. Hammoud ha dichiarato sabato di aver dovuto aumentare la presenza delle forze dell’ordine in tutta Dearborn, mentre la polizia continua a monitorare i social media alla ricerca di minacce.
Hammoud ha lamentato: “Questo è più che giornalismo irresponsabile. La pubblicazione di scritti così incendiari mette i nostri residenti a rischio di danni”.
In tanti hanno sollevato critiche contro l’articolo scritto da Steven Stalinsky, direttore del Middle East Media Research Institute, un think tank che si definisce apartitico e senza scopo di lucro. Tra costoro anche Dawud Walid, direttore esecutivo del Council on American-Islamic Relations di Michigan.
“Coloro che sostengono il genocidio e la pulizia etnica a Gaza ricorrono ora a tattiche diffamatorie per impedire agli americani di conoscere la verità sulle azioni brutali del governo israeliano di estrema destra contro il popolo palestinese”, ha dichiarato Walid in un comunicato.
Il commissario della contea di Wayne, David Knezek, ha invece scritto su Facebook di essere “profondamente turbato” dalla caratterizzazione di Dearborn nell’articolo.
“Piuttosto che esaltare il linguaggio divisivo e pericoloso del WSJ, volevo ricordare alla gente la bella e meravigliosa città che io e innumerevoli altri conosciamo come Dearborn”, ha detto Knezek. “Sono grato al sindaco Abdullah H. Hammoud, alla sua leadership e a quella di tutti i funzionari eletti della città”.
Dearborn ospita una delle più grandi comunità arabo-americane degli Stati Uniti, e circa metà della popolazione è musulmana.