Fani Willis, la procuratrice distrettuale della contea di Fulton che ha incriminato l’ex presidente Donald Trump e altre 18 persone per i tentativi di ribaltare il risultato elettorale in Georgia nel 2020, ha ammesso di avere una relazione sentimentale con Nathan Wade, uno degli avvocati inquirenti, ma nega le accuse di Trump e dei suoi alleati, che la sua vicenda personale abbia in qualche modo contaminato le indagini. Soprattutto nega che lo stipendio di Wade “sia stato condiviso con la procuratrice”, come invece sostiene da uno dei coimputati di Trump, Michael Roman, che l’ha anche accusata di aver viaggiato con l’amante “a spese dei contribuenti” e di aver inquinato il procedimento.
In una dichiarazione giudiziaria di 176 pagine depositata questa mattina, Fani Willis ha negato qualsiasi conflitto che possa portare alla sua squalifica dalla vicenda giudiziaria. Il documento nega inoltre che la donna abbia avuto conflitti di interessi personali e definisce gli attacchi al procuratore speciale Nathan Wade “di fatto inaccurati, non sostenuti dai fatti e lesivi alla sua reputazione”.
La mozione afferma inoltre che Wade e Willis non avevano una relazione personale nel novembre 2021, quando Wade fu assunto per supervisionare e indagare nella vicenda in cui Trump e i suoi alleati cercavano di ribaltare l’esito elettorale in Georgia del 2020. Nella dichiarazione giurata di Wade, che fa parte del documento, viene ammessa la relazione affermando che “l’avvocato Willis e io abbiamo sviluppato un rapporto personale oltre alla nostra associazione professionale e di amicizia”.
Entrambi hanno allegato agli atti le copie delle carte di credito e gli estratti conto bancari con le spese separate per i viaggi fatti insieme.
“Sebbene le accuse sollevate siano salaci e hanno raccolto l’attenzione dei media nessuna di queste ha una minima base per ordinare il mio allontanamento dalle indagini”, afferma Fani Willis nel documento.

Le accuse, secondo quanto scrive il Washington Post, sono state sollevate da Mike Roman, uno stretto “operativo” dei fratelli Koch che nel 2016, durante la campagna elettorale di Trump, era stato “prestato” all’allora candidato repubblicano. Agiva un po’ come Howard Hunt, ai tempi di Richard Nixon, al quale venivano affidati gli incarichi “sporchi” per conto della Casa Bianca. A lui era stato affidato l’incarico di trovare i grandi elettori falsi in Georgia che avrebbero dovuto bloccare la certificazione elettorale delle elezioni vinte da Biden. Roman è uno dei 19 imputati ed è lui che ha scoperto la love story tra Fani Willis e Nathan Wade e che immediatamente l’ha data in pasto ai media.
Anche se le accuse sono quanto meno da verificare, il presidente della commissione Giustizia della Camera, il repubblicano Jim Jordan, ha convocato Fani Willis per deporre davanti alla Commissione. In passato Jordan già aveva cercato di interferire con le indagini ricevendo una graffiante risposta dalla procuratrice distrettuale che affermava che “la legge costituzionale mi permette chiaramente di ignorare l’intrusione ingiustificata e illegale del suo ufficio” e in un altro punto ha definito gli sforzi del parlamentare alleato di Trump “bullismo da parte dei membri del Congresso”. Finendo poi con “Il suo tentativo di invocare l’autorità del Congresso per intromettersi e interferire con un procedimento giudiziario in corso in Georgia è palesemente in contrasto con la Costituzione”. Da vedere ora se questa nuova convocazione avrà seguiti.
Ma Trump che spera che il fango gettato da Roman riesca in qualche modo a sporcare il procedimento penale in corso ne ha subito approfittato per attaccare la procuratrice sul suo social media Truth. “Fani Willis – ha scritto l’ex presidente – ha aperto le indagini in collaborazione con la Casa Bianca e il Dipartimento di Giustizia e così, dando la caccia alla persona di più alto livello e candidato repubblicano, è stata in grado di ottenere per l’amante quasi un milione di dollari. Questo processo è una truffa e ormai completamente screditato”.