Quattro giorni dopo il clamoroso licenziamento, Sam Altman riprenderà – in maniera altrettanto clamorosa – le redini di OpenAI, mettendo potenzialmente la parola fine a una saga che ha sconvolto il mondo dell’intelligenza artificiale.
La società ha annunciato martedì di aver raggiunto un accordo per cui l’informatico 38enne tornerà a ricoprire il ruolo di CEO. L’azienda ha inoltre acconsentito, quantomeno in teoria, a modificare parzialmente il consiglio di amministrazione che aveva silurato Altman – affiancando al ‘superstite’ Adam D’Angelo, l’amministratore delegato di Quora, i nuovi consiglieri Larry Summers (ex segretario al Tesoro di Clinton) e Bret Taylor (co-CEO dell’azienda di cloud computing Salesforce).
Su X, Altman ha dichiarato che “con il nuovo consiglio di amministrazione e (con) il sostegno di Satya (Nadella – il CEO di Microsoft, nda), non vedo l’ora di tornare a OpenAI e di costruire la nostra forte partnership con (Microsoft)”.
Il precedente consiglio di amministrazione di OpenAI si era rifiutato di fornire spiegazioni precise sulla cacciata di Altman, formalizzata venerdì scorso – provocando una frattura interna e una pressione esterna da parte degli investitori della startup. Tra i protagonisti della saga anche Microsoft, che detiene il 49% di OpenAI e detiene i diritti sulla sua tecnologia.
In una mossa a sorpresa, lunedì il colosso di Redmond aveva prontamente assunto Altman e un altro cofondatore ed ex presidente di OpenAI, Greg Brockman, che si era dimesso per protesta dopo l’estromissione del collega. Nelle ore successive quasi tutti i 770 lavoratori della startup hanno minacciato di trasferirsi a Microsoft, firmando una lettera-ultimatum che chiedeva il reintegro di Altman e le dimissioni del consiglio di amministrazione.
In una dichiarazione su X, il CEO di Microsoft Satya Nadella ha accolto con favore i cambiamenti nel consiglio di amministrazione di OpenAI. “Crediamo che questo sia un primo passo fondamentale verso una governance più stabile, informata ed efficace”, le sue parole.