Nuova multa per Donald Trump. Il giudice Arthur Engoron, che nel tribunale di Manhattan presiede il procedimento giudiziario avviato dall’Attorney General di New York, Letitia James, ha nuovamente multato l’ex presidente per non aver rispettato la sua ordinanza di non insultare il personale del tribunale. Questa volta Trump deve pagare 10 mila dollari, il doppio della multa emessa la settimana scorsa.
Due settimane fa il giudice lo aveva ammonito a non fare commenti sul personale che lavora nell’aula giudiziaria. L’ex presidente aveva preso di mira una cancelliera che assiste il giudice Engoron postando sul suo sito web la fotografia della donna ad una cerimonia pubblica a Brooklyn insieme al leader democratico del senato Chuck Schumer. La settimana dopo l’avvertimento la foto della donna era ancora sul sito gestito dalla campagna elettorale dell’ex presidente e il giudice Engoron gli ha comminato 5 mila dollari di multa.
Questa mattina l’ex presidente durante una pausa del controinterrogatorio di Michael Cohen fuori dall’aula davanti alle televisioni si è lamentato del fatto che il giudice è “un magistrato molto partigiano, con una persona molto partigiana seduta accanto a lui, forse anche molto più partigiana di lui”. Rientrato in aula il giudice Engoron ha convocato l’ex presidente sul banco dei testimoni. Trump ha detto che il suo commento si riferiva a Michael Cohen, ma Engoron ha ritenuto che la testimonianza dell’ex presidente non fosse credibile e gli ha comminato la multa di 10 mila dollari da pagare entro 30 giorni, ammonendo nuovamente l’ex presidente.
Quando il processo è stato interrotto per la pausa del pranzo, il giudice ha tenuto una riunione a porte chiuse alla quale hanno partecipato Trump e i suoi avvocati. Quando l’ex presidente è uscito, si è rifiutato di rivelare ciò che era stato discusso, ma ha detto ai giornalisti che non aveva violato l’ordine del magistrato, dicendo che il suo commento non era diretto all’impiegata di Engoron.
Quando il procedimento giudiziario è ripreso Trump era al tavolo della difesa, la sua avvocatessa Alina Habba ha confrontato Cohen cercando di screditare la sua testimonianza.
Cohen ha lavorato come avvocato e faccendiere di Trump per molti anni, prima del processo federale del 2018, quando è stato scaricato dall’ex presidente dopo che era diventato “ingombrante” in seguito allo scandalo dei fondi in nero versati a due donne che minacciavano Trump di raccontare particolari delle loro relazioni. Aperte le indagini da parte degli agenti federali sugli assegni versati alle due donne, si è scoperto che Michael Cohen aveva nascosto al fisco più di 4 milioni di dollari di reddito personale, che aveva rilasciato false dichiarazioni su un mutuo per la casa e che aveva orchestrato i pagamenti alle due donne alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2016. E per questo è finito in carcere. E alla fine è stato anche radiato dall’ordine degli avvocati. Da allora è diventato nemico giurato dell’ex presidente.
Cohen è ora un testimone chiave nella causa civile avviata dall’Attorney General di New York, Letitia James, che chiede danni punitivi per 250 milioni di dollari e il divieto per Trump e per le sue aziende e di svolgere affari nello stato di New York.
Il processo civile riguarda le accuse di associazione a delinquere, frode assicurativa e falsificazione di documenti aziendali. Nella prima parte del procedimento Donald Trump, i suoi figli e la Trump Organization, la holding dell’ex presidente, sono stati riconosciuti colpevoli della frode. Questa seconda parte riguarda la penalizzazione del crimine.
Trump nega qualsiasi illecito e afferma che James, una democratica, lo sta prendendo di mira perché lui è il candidato repubblicano alle presidenziali nel 2024.
Ieri durante il suo primo giorno di testimonianza, Cohen ha detto che lui e i principali dirigenti della società di Trump hanno gonfiato i valori stimati delle proprietà di Trump in modo che i documenti forniti alle banche e alle assicurazioni corrispondessero ai valori che Trump aveva fissato “arbitrariamente”.
Nel controinterrogatorio l’avvocatessa Habba ha sottolineato le sue condanne penali federali e ha cercato di presentarlo come un bugiardo opportunista, soprattutto dopo aver detto ieri di aver mentito quando si è dichiarato colpevole di evasione fiscale e di bugie dette quando aveva richiesto un prestito. Cohen ha affermato di non aver realmente commesso quei crimini e ha cercato di descrivere la sua condotta come una questione di omissioni e di mancata correzione delle pratiche burocratiche.
Habba è tornata su questi temi anche oggi, sottolineando che Cohen aveva ammesso in pubblica udienza di aver mentito sotto giuramento nella sua testimonianza in un tribunale federale.
Uscendo dal tribunale Trump ha affermato che il processo è stato “molto ingiusto” e una “pura caccia alle streghe politica”. Ciononostante, ha detto: “Siamo contenti di come sta andando”.