“Non c’era decisione societaria da prendere che non fosse autorizzata da Donald Trump” ha detto Michel Cohen testimoniando al processo in cui l’ex presidente, i suoi figli e la sua holding Trump Organization, già riconosciuti colpevoli di frode, si stanno battendo per evitare la liquidazione dei loro beni.
L’ex avvocato e faccendiere di Donald Trump, Michael Cohen, è arrivato in tribunale questa mattina per testimoniare contro l’ex presidente in un caso di frode civile a Manhattan che minaccia di distruggere l’impero economico dell’ex presidente. I due si sono guardati in faccia e si sono ignorati.
“Ero stato incaricato da Trump di aumentare il valore del patrimonio totale sulla base di cifre da lui arbitrariamente dettava e che io, insieme ad Allen Weisselberg, dovevamo modificare gonfiando il valore di tali beni al fine di raggiungere le valutazioni economiche che Trump ci aveva indicato”.
E poi, “Quando gli facevo vedere i rendiconti finanziari guardava solo il valore totale e mi diceva non valgo 4,5 miliardi di dollari. Valgo più di 6 miliardi di dollari. Ed io e Allen dovevamo ripresentare i rendiconti con le cifre desiderate”, ha detto Cohen.
Cohen è diventato uno dei critici più feroci di Trump dopo che per anni ha fatto il “fixer”, il lavoro sporco, per conto dell’ex presidente che poi, una volta che parte delle malefatte sono venute alla luce, lo ha abbandonato. E’ finito anche in prigione dopo che l’Fbi nel corso delle indagini sui pagamenti “segreti” da lui fatti ha scoperto che aveva nascosto al fisco più di 4 milioni di dollari di reddito personale, che aveva rilasciato false dichiarazioni su un mutuo per la casa e di aver orchestrato il pagamento di 280 mila dollari per non far parlare due donne che altrimenti avrebbero raccontato le loro esperienze sessuali con l’ex presidente alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2016. E alla fine è stato anche radiato dall’ordine degli avvocati.
Cohen aveva già testimoniato davanti al Congresso nel febbraio 2019 secondo cui Trump aveva gonfiato i valori immobiliari della sua holding per garantire prestiti e assicurazioni. Ora è un testimone importante in questa causa intentata dall’Attorney General di New York, Letitia James, una democratica, che ha accusato Trump di aver gonfiato il valore delle sue proprietà per miliardi di dollari nelle dichiarazioni fornite alle banche per ottenere condizioni di prestito migliori. Ma non solo. Trump voleva a tutti i costi essere nella lista preparata dalla rivista Forbes, degli uomini più ricchi d’America.
A settembre, nella prima parte del processo, Engoron ha già riconosciuto la colpevolezza di Trump nella frode e ha deciso per lo scioglimento delle società che controllano il suo portafoglio immobiliare, inclusa la Trump Tower a Manhattan. Gli avvocati di Trump hanno fatto appello a questa decisione. Ora si sta celebrando la seconda parte del processo, quella che riguarda laa penalizzazione di almeno 250 milioni di dollari chiesta da Letitia James, oltre al divieto permanente contro Trump e i suoi figli Donald Jr ed Eric di gestire attività commerciali nello Stato di New York e un divieto di cinque anni di gestire immobili di Trump e della Trump Organization.
Questa mattina, prima di entrare in aula, Trump e Cohen si sono scambiati frecciate nei commenti ai giornalisti al loro arrivo in Tribunale.
“Si tratta di responsabilità, chiaro e semplice”, ha detto Cohen ai giornalisti mentre entrava in tribunale, aggiungendo che spettava al giudice prendere qualsiasi decisione sul caso.
Trump, di rimando, ha definito Cohen un “bugiardo provato, un criminale condannato”.
Durante l’interrogatorio a Cohen sono stati chiesti anche al testimone i retroscena sul fallito tentativo di Trump che voleva comprare una decina di anni fa la squadra di football dei Buffalo Bills. Cohen ha detto che Trump aveva bisogno di ottenere dei prestiti e doveva dimostrare ala NFL, la lega di football, di avere i mezzi finanziari per acquistare la squadra. Per raggiungere questo obiettivo Cohen ha detto che Trump ha utilizzato i rendiconti finanziari truccati.
Queste domande hanno aperto una battaglia giudiziaria in aula tra gli avvocati e i pubblici ministeri che sostenevano che queste domande non erano pertinenti. Obiezioni respinte perchè il tentativo di acquisto della squadra è avvenuto in un periodo di tempo che, secondo quanto già stabilito dalla corte d’appello, non rientra nei termini dei reati prescritti. Questo del tentativo di acquisto della squadra dei Buffalo Bill è stato usato dalla pubblica accusa per dimostrare come i bilanci truccati siano stati utilizzati da Trump per ottenere vantaggi finanziari che altrimenti non avrebbe avuto.
Il controinterrogatorio da parte degli avvocati di Trump è stato molto acceso. Con i legali dell’ex presidente che ripetutamente hanno sottolineato le condanne e le bugie dette da Michael Cohen agli inquirenti federali per coprire le sue malefatte. Ma Michael Cohen è stato altrettanto determinato affermando più volte che alla Trump Organization le decisioni finali erano sempre di Donald Trump.
Trump ha negato ogni addebito e ha difeso le valutazioni delle sue proprietà, affermando che il caso è una “frode” e una caccia alle streghe politica.
All’inizio di questo mese, Trump ha ritirato una causa da 500 milioni di dollari che accusava Cohen di “diffondere falsità”, di aver causato “grandi danni alla reputazione” e di aver infranto un accordo di riservatezza per aver parlato pubblicamente dei pagamenti segreti. Un portavoce di Trump ha detto che l’ex presidente ha solo sospeso la causa perché era impegnato sia nella campagna elettorale che nei quattro procedimenti penali, e che per ora aveva sospeso questa causa, ma si riservava di riaprirla in un secondo tempo.