Kenneth Chesebro, l’avvocato di Donald Trump e uno degli artefici della truffa elettorale con i falsi elettori per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 2020, ha patteggiato il verdetto di colpevolezza questa mattina nel tribunale di Atlanta, in Georgia.
Ma non solo. A new York, dove si sta celebrando il processo civile all’ex presidente, ai suoi figli e alla Trump Organization, Donald Trump è stato multato di 5.000 dollari per un suo post denigratorio postato sui social media che prendeva di mira l’assistente del giudice Arthur Engoron che la settimana scorsa ne aveva ordinato la cancellazione. Cosa che non è stata fatta. Il giudice Engoron ha evitato per ora di contestare all’ex presidente il reato di disprezzo alla corte, ma si è riservato il diritto di farlo, facendo capire agli avvocati dell’ex presidente che Trump, che oggi non era in aula, rischia la prigione se continua a violare le sue disposizioni emesse la settimana scorsa che gli impediscono di attaccare il personale del tribunale.
In Georgia l’avvocato Kenneth Chesebro era accusato, insieme ad altri 18 coimputati, tra i quali anche l’ex presidente Donald Trump, per le interferenze elettorali e per aver preparato un piano con l’intento di mantenere Trump alla Casa Bianca nonostante la sconfitta.
L’accordo rappresenta una grande vittoria per il procuratore distrettuale della contea di Fulton Fani Willis, che ha incriminato Trump e altre diciotto persone di aver orchestrato un piano per cercare di ribaltare il risultato elettorale.
Un patteggiamento questo di Kenneth Chesebro dopo quelli di ieri di Sidney Powell, un altro avvocato di Trump, che ha patteggiato anche lei il verdetto di colpevolezza e che testimonierà anche lei.
Chesebro si è dichiarato colpevole di un reato – associazione a delinquere finalizzata alla presentazione di documenti falsi – e il giudice della Corte superiore della contea di Fulton, Scott McAfee, lo ha condannato a cinque anni di libertà vigilata e gli ha ordinato di pagare 5.000 dollari a titolo di restituzione. Come parte del suo patteggiamento, Chesebro dovrà testimoniare nei procedimenti penali e ha ammesso di aver cospirato per presentare i falsi elettori repubblicani in Georgia insieme a Donald Trump e i suoi ex avvocati Rudy Giuliani e John Eastman, che si sono entrambi dichiarati non colpevoli. L’accordo è stato fatto dopo che era iniziata la selezione della giuria che lo avrebbe giudicato.
“Trump vuole dare la colpa agli avvocati che lo hanno consigliato, ma ora sono gli avvocati che puntano il dito contro di lui”, ha detto alla Cnn l’ex procuratore federale Renato Mariotti.
“Un accordo come questo, senza carcere, è giustificato a mio avviso solo se Chesebro può fornire ampie prove contro persone che sono più colpevoli di lui”, ha detto Andrew Weissman, ex assistente procuratore federale. Il professore di diritto della George Washington University, Randall Eliason, ha affermato che l’accordo è “una pessima notizia per Trump”, sottolineando che le accuse si riferiscono anche al procedimento penale parallelo di Jack Smith.
Il caso della Georgia è uno dei quattro casi penali statali o federali che Trump si trova ad affrontare e uno dei due specificamente focalizzati sui suoi tentativi di ribaltare la sua sconfitta elettorale.
Chesebro inizialmente era stato accusato di associazione a delinquere e cospirazione per aver rilasciato false dichiarazioni e falsificato atti federali. Secondo l’accusa era lui che aveva elaborato la strategia legale per il piano di Trump di creare liste false di Grandi Elettori che avrebbero dovuto votare per Trump. Un artificio, questo, per dare l’opportunità al vicepresidente Mike Pence, nella sua qualità di presidente del Senato, di non certificare la vittoria elettorale di Biden.
Inizialmente gli avvocati di Chesebro hanno tentato senza successo di respingere le accuse sostenendo che il loro cliente stava solo fornendo consulenza come avvocato su questioni legali.
Il piano segreto per tentare di rovesciare l’esito del 2020, con la nomina di falsi grandi elettori trumpiani, ben sapendo che alla fine la mossa sarebbe stata bocciata dalla Corte Suprema, era emerso da un memo interno della campagna elettorale di Trump, datato 6 dicembre 2020, pubblicato dal New York Times.
Redatto da Kenneth Chesebro, che nell’incriminazione di Donald Trump viene indicato come “cospiratore” che ha partecipato ed aiutato il complotto di cui è accusato l’ex presidente, il memo dettaglia come nominare i falsi grandi elettori trumpiani negli Stati dove invece aveva vinto Joe Biden, con l’intenzione di mandarli nelle riunioni bloccando la ratificazione della vittoria di Biden.
Nel memo – che i procuratori hanno denominato come “il memo degli elettori fraudolenti” – Chesebro riconosce che stava suggerendo “una strategia ambiziosa e controversa” che “probabilmente” alla fine sarebbe bocciata dalla Corte Suprema. Ma sottolinea che portarla avanti era un modo che avrebbe potuto “far conquistare più tempo alla campagna di Trump per portare avanti i ricorsi che avrebbero tolto voti elettorali a Biden”.
Una teoria, perché poi in pratica le decine di ricorsi elettorali presentati dal team Trump sono stati tutti bocciati.