Quella tra Cina e Stati Uniti è “la relazione bilaterale più importante del mondo” e da essa passano “il futuro e il destino dell’umanità”.
Non ha dubbi il presidente Xi Jinping, che lunedì ha incontrato a Pechino una delegazione bipartisan di parlamentari USA guidata dal leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer.
“Il modo in cui la Cina e gli Stati Uniti andranno d’accordo tra loro nel contesto di un mondo di cambiamenti e turbolenze determinerà il futuro e il destino dell’umanità”, ha detto il leader di Pechino – assicurando che il Dragone non ha “alcun motivo” per far deteriorare le relazioni con gli statunitensi e che la logica della “coesistenza pacifica tra Cina e Stati Uniti” rimane invariata.
“Abbiamo 1.000 ragioni per migliorare le relazioni Cina-Stati Uniti, e nemmeno una ragione per rovinarle”, ha detto Xi secondo quanto riportato dall’agenzia statale Xinhua. “Pechino e Washington devono dimostrare ampiezza di vedute, visione e responsabilità proprie dei grandi Paesi, migliorando il benessere dei due popoli e promuovendo il progresso della società umana”, ha chiosato il presidente cinese – che il prossimo mese potrebbe tenere un faccia a faccia con l’omologo statunitense Biden a San Francisco.
I componenti della delegazione bipartisan comprendevano, oltre a Schumer, i senatori repubblicani Mike Crapo dell’Idaho, Bill Cassidy della Louisiana e John Kennedy della Louisiana, oltre ai democratici Maggie Hassan del New Hampshire e Jon Ossoff della Georgia.

Lo scopo della missione congressuale in Cina è stata ufficialmente la promozione della reciprocità economica e il livellamento delle condizioni di concorrenza per le aziende statunitensi che operano nel Paese. L’agenda è stata però dettata anche dalla cronaca – situazione mediorientale in primis.
All’apertura dell’incontro, Schumer si era detto deluso della mancata condanna cinese nei confronti degli attacchi di Hamas e della tiepida solidarietà per il popolo israeliano. Pochi minuti dopo, ci ha pensato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning a correggere il tiro. La Cina è “profondamente rattristata dalle vittime civili causate dal conflitto tra Palestina e Israele” e Pechino “si oppone e condanna gli atti che danneggiano i civili” e le azioni che “espandono il conflitto e minano la stabilità regionale”, ha dichiarato Mao durante il briefing pomeridiano.
Nel corso degli 80 minuti di colloquio con Xi, Schumer ha inoltre chiesto alla Cina di fermare l’esportazione di sostanze chimiche utilizzate per produrre il fentanyl, responsabile di un numero record di morti per overdose negli Stati Uniti. Infine, alla luce dell’attesa visita del leader russo Vladimir Putin a Pechino questo mese, il senatore newyorkese ha esortato il presidente cinese a porre fine al suo sostegno occulto al fianco di Mosca nel conflitto in Ucraina.
Nelle prossime ore la delegazione si trasferirà in Giappone e Corea del Sud per incontrare funzionari governativi degli alleati estremo-orientali di Washington.
I colloqui di lunedì lasciano aperto uno spiraglio per un vertice Biden-Xi, al quale stanno lavorando da settimane le due diplomazie. La data più prossima è l’11 novembre, quando a San Francisco si aprirà il vertice dei Paesi membri della Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC), di cui le due nazioni fanno parte. L’ultimo vertice tra i due presidenti è avvenuto nel novembre 2022 in Indonesia durante la conferenza del G-20.
L’atteso incontro californiano avverrebbe dopo una serie di precedenti importanti colloqui bilaterali tra gli alti funzionari delle due nazioni negli ultimi mesi, che hanno visto affluire a Pechino il segretario di Stato Antony Blinken a giugno, la segretaria al Tesoro Janet Yellen a luglio e la segretaria al Commercio Gina Raimondo ad agosto (oltre al decano della diplomazia USA Henry Kissinger, accolto in pompa magna).