Tra le regioni italiane maggiormente colpite dall’invasione del granchio blu americano, dopo Veneto e Friuli Venezia Giulia, c’è anche l’Emilia Romagna, che dopo il tragico evento dell’alluvione sta registrando nelle sue acque un aumento esponenziale del crostaceo.
Già nel 2001 il granchio costituiva una minaccia per l’ecosistema della regione, ma adesso è diventato un problema ancor più grande perché distrugge gli allevamenti creando pesanti danni all’industria ittica. Non tutti gli imprenditori del settore lo affrontano come un nemico: una startup di Rimini ha infatti deciso di investire sul crostaceo trattandolo come una risorsa economica.
Mariscadoras è una società nata nel 2021 per promuovere l’utilizzo alimentare e gastronomico delle specie marine invasive, costituita da cinque donne che con il progetto Blueat – La pescheria sostenibile – ha già avviato l’esportazione verso la Florida di ben 15 tonnellate di prodotto semilavorato in sughi o polpa inscatolati, realizzati in collaborazione con un’azienda di Mestre.
L’idea di base è quella di pescarlo per “rispedirlo” al paese d’origine, dove è molto apprezzato per il suo sapore.
“Ce n’era tanto – spiega all’ANSA Alice Pari della Fondazione Cetacea e tra le cinque fondatrici della startup – ma non aveva mercato e quindi abbiamo pensato a un progetto di promozione.
L’imprenditrice ha risposto anche a una domanda cruciale: Perché lo comprano proprio negli Usa, da dove proviene? “Probabilmente lì, essendo specie autoctona, hanno dei vincoli di pesca che qui non abbiamo e la domanda è molto alta”.
Le fondatrici della startup contribuiranno in modo concreto e sostenibile a contrastare il problema, attingendo dal pescato delle aree più colpite dall’invasione del crostaceo, ovvero il Delta del Po e la Sacca di Goro del territorio di Comacchio.