“Il popolo cinese non dimentica mai i suoi vecchi amici”.
Ed Henry Kissinger, che da Consigliere alla sicurezza nazionale di Nixon fu tessitore dello storico disgelo tra Washington e Pechino, è stato accolto dai cinesi come un compagno di lunga data, più che come un dignitario straniero. Scene decisamente diverse da quelle che appena pochi giorni fa hanno visto come protagonista John Kerry, inviato di Biden per la questione climatica – a cui è stato riservato un benvenuto ben più tiepido.
“Le relazioni sino-statunitensi saranno sempre legate al tuo nome”, ha sottolineato il presidente Xi Jinping accogliendo Kissinger nella foresteria di Stato negli antichi giardini Diaoyutai, considerata la Camp David cinese. “Ancora una volta, la Cina e gli Stati Uniti si trovano a un bivio ed (…) entrambe le parti devono compiere una scelta”, ha aggiunto il leader del Dragone.
L’ex segretario di Stato di Nixon e Ford, premio Nobel nel 1973 per il processo di pacificazione in Vietnam, ha recentemente superato la veneranda soglia dei 100 anni. Sono però decisamente più di un centinaio le sue visite in Cina, dove è probabilmente il funzionario americano più amato tanto dall’establishment pechinese quanto dalla popolazione generale.
È stato lui stesso a ricordare come quello di giovedì sia per lui un “ritorno alle origini”, nello stesso luogo dove incontrò per la prima volta – e in gran segreto – i funzionari cinesi nel luglio del 1971. Fu proprio in quell’occasione, oltreché in un’ulteriore missione nell’ottobre dello stesso anno, che l’allora National Security Advisor pose le basi per il viaggio di Nixon del febbraio 1972, mettendo fine a decenni di ostilità tra Washington e Pechino (anche in nome della comune ostilità a Mosca).
La prima storica visita di un presidente americano sul suolo cinese è rimasta da allora nell’immaginario collettivo – tanto che è stata persino coniata un’espressione a metà tra la metafora e il paradosso: “Nixon goes to China“. Come a dire: ci è voluto uno dei presidenti più arcignamente anti-comunisti della storia americana per raggiungere un compromesso con Mao e il suo regime marxista-leninista.

Da quella fatidica missione ufficiale di Nixon e Kissinger a Pechino è ormai passato più di mezzo secolo – ma quel rapprochement è messo oggi a dura prova dalle crescenti tensioni su Taiwan, Mar Cinese Meridionale, diritti umani nello Xinjiang, commercio e tanti altri temi che dividono le due principali superpotenze del pianeta. Ora più di allora, l’ostilità verso Pechino è infatti uno dei pochissimi leitmotifs veramente bipartisan nello spettro politico americano: contrastare l’ascesa cinese è una priorità tanto per i repubblicani MAGA quanto per i democratici.
Eppure, secondo Kissinger, che i rapporti tra Washington e Pechino rimangano buoni “è una questione di pace mondiale e di progresso della società umana”, ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua. “Nelle circostanze attuali, è imperativo mantenere i principi stabiliti dal Comunicato di Shanghai (quello sottoscritto da Nixon e Mao nel 1972, nda), apprezzare la massima importanza che la Cina attribuisce al principio di una sola Cina e portare le relazioni in una direzione positiva”, ha aggiunto Kissinger.
Il riferimento al “principio di una sola Cina” tira in ballo una delle questioni più spinose, ossia il futuro di Taiwan. Pechino considera infatti l’isola di Formosa come una “provincia ribelle”, destinata ad essere annessa alla Cina continentale nel prossimo futuro. Gli statunitensi, al contrario, pur rinnegando in principio la statualità taiwanese, si sono impegnati a difendere (militarmente) Taipei in caso di attacco cinese – e nell’ultimo biennio diverse delegazioni del Congresso hanno incontrato ufficiosamente la premier Tsai Ing-wen per ribadire il sostegno all’indipendenza della Cina isolana.

Quella di Kissinger a Pechino è la quarta visita in due mesi di alto profilo di un funzionario – o ex funzionario – statunitense nel Paese est-asiatico, dopo i recenti arrivi del segretario di Stato Antony Blinken, della segretaria al Commercio Janet Yellen e dell’inviato speciale per il clima John Kerry.
L’incontro tra Kissinger e Xi si inserisce nel contesto di una visita squisitamente privata, fanno sapere da Washington, e arriva dopo altri colloqui con il ministro della Difesa, Li Shangfu, e con il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi.