Gli avvocati di Fox News e quelli della società che produce le macchine per il voto Dominion Voting Systems si affrontano oggi in un’aula di tribunale del Delaware nella prima fase della causa per diffamazione intentata dalla Dominion che chiede risarcimenti per un miliardo e 600 milioni di dollari accusando la società di Rupert Murdoch di averla diffamata propagandato le bugie elettorali di Donald Trump sapendo che erano false informazioni.
Dominion produce tecnologia elettorale, tra cui macchine per il voto, software per database e audit elettorali e dispositivi per scansionare e stampare schede elettorali. I suoi prodotti sono stati utilizzati in 28 stati nel 2020. Un’altra società, la Smartmatic, anche questa produttrice di macchine per il voto, ha citato in giudizio anche lei la Fox News chiedendo come risarcimento danni 2 miliardi e 700 milioni di dollari. Anche se la Smartmatic ha le stesse motivazioni e molte delle testimonianze o delle prove usate dalla Dominion nella presentazione del caso, la sua causa è separata e dovrebbe cominciare tra alcune settimane.
Dominion sostiene di aver perso almeno 20 contratti e potenziali opportunità con altre 39 giurisdizioni a causa della copertura mediatica di Fox. Il danno alla sua attività include 88 milioni di dollari di profitti persi, 600 milioni di profitti futuri e un 921 milioni per il danno all’immagine della società.
Sia Dominion che Fox News hanno chiesto al giudice Eric Davies, della Corte Superiore del Delaware, di accelerare i tempi emettendo un giudizio sommario. Una formula questa che può essere applicata se entrambe le parti in causa concordano che la documentazione e le testimonianze rese nella fase preprocessuale siano sufficienti a sostenere le loro tesi. Il magistrato può anche respingere questa richiesta e metterla in calendario per il 17 aprile.
La documentazione depositata in tribunale ha evidenziato messaggi interni sbalorditivi che mostrano che importanti conduttori della Fox, tra cui Tucker Carlson, Sean Hannity e Laura Ingraham, mentre privatamente dubitavano delle inverosimili fantasticherie raccontate da Trump e dai suoi sostenitori, continuavano a trasmetterle a ripetizione nei loro programmi. Rupert Murdoch, l’amministratore delegato di Fox Corporation, ha dichiarato nella sua deposizione che i conduttori di Fox News hanno “approvato” la menzogna delle elezioni rubate. Murdoch ha anche riconosciuto che personalmente avrebbe potuto fare di più per fermare la messa in onda di queste false affermazioni, ma non l’ha fatto.

Proprio questo è al centro della vicenda: la decisione di Fox di mandare in onda quanti sostenevano queste false affermazioni, sapendo che erano false, nei programmi dopo le elezioni del 2020 mentre Donald Trump e i suoi alleati cercavano di ribaltare il risultato accusando Dominion di aver truccato i risultati elettorali “manipolato i conteggi dei voti con i termostati del riscaldamento degli uffici elettorali”. Ma non solo. Sugli schermi di Fox News gli ex avvocati di Trump, Sidney Powell e Rudy Giuliani, hanno più volte affermato che La Dominion e la Smartmatic fossero di proprietà di un ente venezuelano e stessero truccando le elezioni su ordine di Hugo Chavez che aveva pagato tangenti ai funzionari del governo. Secondo Dominion la Fox News sapeva che queste accuse erano palesemente false, ciò nonostante ha scelto di trasmetterle lo stesso per assecondare il suo pubblico conservatore.
Sidney Powell ha più volte accusato Dominion durante i suoi interventi nei programmi di Maria Bartiromo e Jeanine Pirro di “invertire voti nel sistema informatico o di aggiungere voti che non esistevano” e di “un’enorme cospirazione criminale che dovrebbe essere indagata dall’intelligence militare”. Hannity ha anche preso in giro Powell, rafforzando le sue teorie del complotto dicendo che “a nessuno piace Dominion” e chiedendosi perché gli Stati Uniti avrebbero “usato un sistema che tutti concordavano facesse schifo o avesse problemi”. E Rudy Giuliani ha affermato nello show di Lou Dobbs che Dominion e Smartmatic erano società “formate per truccare le elezioni” su ordine dei soci del dittatore venezuelano Hugo Chávez.
Dopo le elezioni gli ispettori elettorali hanno esaminato le macchine elettorali e non hanno trovato prove che fossero state manomesse.

“Questa falsa narrativa ha gravemente danneggiato la reputazione di Dominion accusando la società di essere parte di un piano per rubare le elezioni presidenziali del 2020”, hanno scritto gli avvocati di Dominion nella loro memoria depositata il mese scorso.
Gli avvocati di Fox sostengono che la rete televisiva stava trasmettendo accuse fatte da Trump e per questo è protetta dalle garanzie di libertà di stampa del primo emendamento.
Ora che la vicenda è finita in tribunale comincia lo scaricabarile delle responsabilità. La produttrice di notizie della Fox, Abby Grossberg, che ha lavorato con Tucker Carlson e con Maria Bartiromo, in una causa separata, ha accusato la Fox News affermando che il team legale della società l’ha costretta a fornire la sua testimonianza nel caso Dominion colpevolizzando lei e Bartiromo come capri espiatori. “Mi hanno detto di non rispondere alle domande degli avvocati della Dominion e di affermare semplicemente non mi ricordo” ha affermato Abby Groosberg “facendo ricadere le decisioni della linea editoriale della rete su di noi”.
Nelle e-mail interne, Murdoch ha definito le affermazioni sui brogli elettorali “davvero folli” e “dannose”, ma non è intervenuto per impedire alla rete di mandarle in onda. Il conduttore Tucker Carlson ha scritto a un produttore dicendo che “non c’erano abbastanza frodi per cambiare il risultato” delle elezioni e che Sidney Powell stava “mentendo”. L’anchorwoman Dana Perino ha definito le teorie del complotto su Dominion “totale follia”, “incredibili bugie” e “sciocchezze”. In una deposizione, Hannity ha ammesso di non aver creduto alle affermazioni di Sidney Powell “per un secondo”. Tuttavia, i dirigenti e gli ospiti della Fox, anche sapendo che le affermazioni di Trump erano infondate, le trasmettevano perché era ciò che i loro telespettatori volevano sentire.
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