Si è aperta oggi la Conferenza di Monaco sulla sicurezza, che riunisce in Baviera i leader mondiali in vista del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, e con Kyiv chiede più armi e munizioni per prepararsi alla maxi-offensiva russa.
Il discorso inaugurale è stato quello – in videoconferenza – del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha esortato gli alleati ad accelerare l’invio di armi per sconfiggere l’invasione russa. Paragonando la guerra in Ucraina alla lotta biblica tra Davide e Golia, Zelensky ha affermato che “Davide ha sconfitto Golia non con la forza delle parola, ma con la forza delle sue azioni” – e la fionda in questo caso, secondo il leader ucraino, è la fornitura di jet militari a lungo richiesti da Kyiv, ma sul quale gli occidentali sono stati finora freddi – temendo che possano essere utilizzati per incursioni sul territorio russo.
Nel corso della conferenza, che durerà tre giorni, si parlerà anche delle relazioni tra Stati Uniti e Cina – divenute tesissime dopo l’abbattimento da parte di Washington di un presunto pallone spia cinese sopra il territorio americano.
All’evento inaugurale, incentrato sull’Ucraina, è previsto un intervento del cancelliere tedesco Olaf Scholz e un altro del presidente francese Emmanuel Macron. A rappresentare il Governo di Kyiv sarà il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.
Alla tre-giorni bavarese saranno presenti anche la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il segretario di Stato USA Antony Blinken, il responsabile agli Esteri del Partito comunista cinese Wang Yi e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Assente invece la premier italiana Giorgia Meloni, che ha dato forfait all’ultimo a causa della febbre.
Gli Stati Uniti e gli altri alleati occidentali dell’Ucraina hanno finora inviato a Kyiv un’enorme quantità di armi, carri armati, mezzi blindati, nonché sistemi di difesa anti-carro e anti-aereo. Diversi Paesi NATO hanno inoltre promesso nuove forniture nelle prossime settimane, tra cui tanks pesanti da combattimento, che Kyiv brama da tempo per resistere all’assalto della Russia.