L’FBI sta perquisendo la casa in Indiana dell’ex vicepresidente Mike Pence. Gli agenti federali sono andati a Carmel, una cittadina che dista 30 miglia da Indianapolis, questa mattina alle 8;45 alla ricerca di altri documenti che non sarebbero stati consegnati dopo che Pence ha lasciato la vicepresidenza.
Marc Short, l’ex capo dello staff di Pence, ha detto alla CNN che Pence ha dato all’FBI l’accesso alla residenza per cercare qualsiasi altro materiale classificato.
La perquisizione avviene dopo che ieri sera l’ex vice presidente era stato convocato dal consigliere speciale Jack Smith che indaga su Donald Trump, per testimoniare sulle interazioni con Trump e sul suo ruolo nel tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021. Gli inquirenti vogliono i documenti scambiati con il presidente e la sua testimonianza diretta sulle pressioni fatte dall’ex presidente per non certificare la vittoria di Joe Biden.
La convocazione segna un’importante pietra miliare nell’indagine penale del Dipartimento di Giustizia sugli sforzi di Trump e dei suoi alleati per impedire il trasferimento del potere dopo aver perso le elezioni del 2020.
Pence è un testimone importante che ha scritto rivelando molti dettagli in un libro di memorie le sue conversazioni con Trump nelle settimane precedenti e successive al tentativo insurrezionale, una cosa questa che molto probabilmente avvantaggia il Dipartimento di Giustizia per respingere le eventuali richieste degli avvocati di Trump sui privilegi esecutivi.
L’avvocato di Pence, Emmet Flood, è noto come un esperto in questa materia e persone che hanno familiarità con le discussioni hanno affermato che Pence avrebbe dovuto rivendicare almeno alcuni limiti nel fornire dettagli sulle sue conversazioni avute con l’ex presidente, ma una volta pubblicate in un libro il privilegio viene meno. Secondo la Cnn ci sono stati mesi di trattative tra gli avvocati di Pence e il Dipartimento della Giustizia.
A novembre, Pence ha pubblicato il suo libro di memorie che descrive in dettaglio alcune delle sue interazioni con Trump mentre l’ex capo della Casa Bianca cercava di ribaltare i risultati della sua sconfitta elettorale.
Gli inquirenti federali si sono concentrati in particolare sul piano preparato dai più stretti alleati di Trump per portare i documenti firmati dai falsi elettori presidenziali a Pence, che nella qualità di presidente del Senato era incaricato di certificare o respingere, come gli uomini di Trump volevano, il risultato elettorale. Quando Pence non si è prestato alla congiura i seguaci di Trump si sono lanciati sul Campidoglio. La richiesta a un ex vicepresidente per testimoniare contro il suo ex capo in un’indagine penale arriva mentre Pence sta prendendo in seria considerazione di candidarsi alle elezioni del 2024 proprio contro Trump. I due si sono allontanati dopo l’assalto al Congresso da parte dei seguaci dell’ex presidente che gridavano di voler impiccare Mike Pence.
I pubblici ministeri federali hanno già portato diversi funzionari dell’amministrazione Trump davanti al gran giurì per interrogarli, tra cui l’ex avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone e l’ex capo dello staff di Pence, Marc Short.
La Commissione d’Inchiesta della Camera che ha indagato sull’attacco del 6 gennaio ha raccomandato al Dipartimento di Giustizia di presentare accuse penali contro Trump e i suoi collaboratori che lo hanno aiutato a lanciare sia a promuovere la falsa narrativa che le elezioni erano state vinte con i brogli, sia a preparare la congiura per cercare di impedire la certificazione della vittoria di Biden.
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