Il processo alla Trump Organization la cui fase dibattimentale è cominciata ieri nella Corte Suprema di Manhattan, non poteva svolgersi che tra sorprese ed imprevisti.
Dopo che ieri gli avvocati dell’ex presidente hanno riversato tutte le colpe della gestione allegra della holding dell’ex presidente sul Chief Financial Officer della società, Alen Weisselberg, che ha patteggiato il verdetto di colpevolezza in cambio della sua testimonianza, oggi il secondo in comando nella gestione contabile della società Jeffrey McConney, salito sul banco dei testimoni, tra un colpo di tosse e uno starnuto è risultato positivo al COVID-19 e la sua testimonianza è stata rinviata a lunedì prossimo.
Mentre McConney spiegava ai giurati gli intricati meccanismi del controllo contabile dell’azienda interrompendosi spesso per i ripetuti colpi di tosse il pubblico ministero lo ha interrotto chiedendo al magistrato di sottoporlo al test del covid che è risultato positivo. Patricia Pileggi, l’avvocato di McConney pagata dalla Trump Organization, ha rapidamente messo la mascherina mentre discuteva la questione con il giudice Juan Merchan mentre i giurati erano stati scortati fuori dall’aula. E così il giudice ha rinviato la ripresa della testimonianza a lunedì prossimo, se McConney sarà in grado di testimoniare.
Gli avvocati dell’ex presidente nella presentazione del caso hanno scaricato tutte le responsabilità sulla gestione delle finanze su Allen Weisselberg, definendolo un criminale inaffidabile, un dirigente avido. Dichiarazioni che hanno lasciato un po’ tutti perplessi perché la Trump Organization ancora oggi continua a pagargli uno stipendio di 450 mila dollari annuali. Metà di quanto guadagnava quando era alla Trump Organization, ma sempre uno stipendio dirigenziale.
Una posizione ambigua e contraddittoria sia da parte della Trump Organization che da parte di Weisselberg che ha rifiutato di collaborare individualmente alle indagini più ampie su Trump, ma rischia una lunga detenzione se non assiste i pubblici ministeri in questo processo. Il giudice lo ha avvertito che se non dirà tutto ciò che è di sua conoscenza sulla gestione della società potrebbe aggiungere più di dieci anni alla condanna già patteggiata che verrà resa nota solo alla fine del processo.
Weisselberg, 75 anni, si è dichiarato colpevole di 15 reati ad agosto dopo che i pubblici ministeri lo hanno accusato di aver beneficiato di incentivi extracontabili da parte della società di Trump. Per Weisselberg, quei pagamenti coprivano il suo appartamento di lusso, più il leasing della Mercedes Benz, un parcheggio a New York City e le rette nelle scuole private per i suoi nipoti.
Due entità della Trump Organization – la Trump Corporation e la Trump Payroll Corp. – sono ora sotto processo penale per la loro parte in questo schema truffaldino.
Il pubblico ministero Susan Hoffinger ha promesso che Weisselberg rivelerà la “storia interna” di ciò che è realmente accaduto all’interno dell’azienda di Trump. “Questo caso riguarda l’avidità e la formula studiata per evadere le tasse”, ha detto Hoffinger ai giurati. “La Trump Corporation e la Trump Payroll Corporation hanno pagato ancora di più i loro dirigenti già ben pagati aiutandoli a imbrogliare l’erario e ancora oggi sono sul libro paga dell’azienda”.
Gli avvocati della società di Trump hanno sostenuto che Weisselberg ha commesso reati fiscali a proprio vantaggio, piuttosto che a vantaggio dell’azienda tanto che è stato messo in aspettativa dalla sua posizione di Chief Financial Officer e ora riceve la metà dello stipendio che percepiva prima.
“Riceve ancora un po’ di stipendio”, ha ammesso l’avvocato della Trump Organization Van Der Veen, dopo aver denunciato Weisselberg come un criminale avido.
Weisselberg non è l’unico testimone dell’accusa che ancora percepisce lo stipendio dall’azienda di famiglia di Trump. Con lui anche Jeff McConney, vicepresidente senior e controllore della Trump Org che prima che l’udienza fosse interrotta ha ammesso di aver guadagnato circa $ 450.000 dalla società l’anno scorso e che la società sta anche pagando anche i suoi conti legali in questo processo.
Donald Trump ha ripetutamente definito il caso come parte di un’infondata caccia alle streghe guidata dai suoi nemici democratici.
Ieri, in un’altra vicenda giudiziaria, la Corte Suprema ha temporaneamente respinto la richiesta da parte di una Commissione del Congresso che voleva il rilascio delle tasse dell’ex presidente. Nello stesso tempo la stessa Corte Suprema ha respinto la richiesta del Senatore Lindsay Graham che chiedeva di essere esentato da dover testimoniare davanti al grand jury della contea di Fulton, in Georgia, per il suo ruolo in aiuto di Trump nel tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali in questo Stato.