L’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, John Sullivan, ha lasciato la Russia a sorpresa dopo quasi tre anni di mandato. Il suo ultimo atto ufficiale è stato l’omaggio alla salma dell’ex presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov, insieme ad altri diplomatici occidentali.
Una partenza improvvisa, senza alcuna precedente indicazione che il suo ritiro fosse imminente, in uno dei peggiori momenti delle relazioni tra i due Paesi, con la guerra in Ucraina e le trattative in corso per la liberazione di due detenuti americani: la star del basket femminile Brittney Griner e l’ex marine Paul Whelan. Non c’è neppure la nomina del suo successore, che richiederà del tempo anche per la conferma al Senato.
Nel frattempo a guidare l’ambasciata statunitense sarà dunque la numero due della missione: l’incaricata d’affari Elizabeth Rood, che lo scorso mese è stata nominata ambasciatrice in Turkmenistan e sta ora aspettando la conferma del Senato. L’ipotesi di un ridimensionamento dell’ambasciata americana a Mosca è stata negata da una fonte diplomatica russa alla Tass: “Per quanto ne sappiamo, Washington sta pianificando una regolare rotazione. Qualsiasi riduzione del livello della missione diplomatica Usa in Russia è fuori discussione”.

Anche il dipartimento di Stato Usa ha assicurato che “la partenza dell’ambasciatore Sullivan era pianificata e rientra nella normale rotazione diplomatica”, ricordando che “ha servito un mandato intero, gestendo una delle relazioni bilaterali più critiche al mondo in un’epoca senza precedenti”. Fonti della Casa Bianca, dal canto loro, hanno sottolineato che l’incarico è proseguito per quasi tre anni, una durata tipica per gran parte degli ambasciatori in Russia.
In maggio Sullivan aveva ammesso alla Cnn che “i contatti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Russia sono ridotti al minimo, quasi nulla”. Ma il mese dopo aveva spezzato una lancia a favore del dialogo: “Dobbiamo preservare la capacità di parlarci, non possiamo cancellare la storia, non possiamo togliere Tolstoj dagli scaffali o non suonare Ciajkovskij”.
Nominato da Donald Trump e confermato da Joe Biden, il 62enne Sullivan era arrivato a Mosca nel gennaio 2020. Nella sua quarantennale carriera sotto cinque presidenti, era stato vicesegretario di Stato (sempre con Trump) e aveva occupato posizione di vertice in vari dipartimenti (Giustizia, Difesa e Commercio). Ora si ritirerà dalla carriera nel servizio pubblico.
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