Ha rischiato di fare un volo di oltre 300 metri il turista statunitense di 23 anni che sabato scorso, dopo aver imboccato un sentiero non autorizzato nel tentativo di scattare un selfie clandestino, ha perso l’equilibrio ed è caduto nel cratere del Vesuvio.
A ricostruire quanto accaduto è il presidente del Presidio permanente Vulcano Vesuvio Paolo Cappelli. “Verso le ore 15 – spiega – la squadra di servizio delle guide vulcanologiche ha avvistato due persone sulla parte alta del cratere, zona interdetta all’accesso in solitaria, e con l’utilizzo dei binocoli in dotazione si sono resi immediatamente conto che uno dei due era scivolato all’interno del cratere ed era in seria difficoltà”.
Quattro guide si sono messe in moto all’istante e, arrivate sul posto, una di loro è stata calata con una corda per una quindicina di metri, così consentirgli di mettere in sicurezza il turista sprovveduto.
Il ragazzo è stato portato in salvo dagli addetti alla sicurezza, che hanno poi provveduto a prestargli le prime cure: presentava molteplici escoriazioni alle gambe, alle braccia e alla schiena. In un secondo momento sono arrivati i Carabinieri Forestali, allertati da un’amica del turista, che hanno preso in consegna l’uomo per condurlo in caserma e denunciarlo.
Il 23enne, che era in gita insieme a tre familiari, è stato denunciato per invasione di terreni pubblici, sia per lui che per i tre familiari accompagnatori e per altri due turisti, anche loro sorpresi su un percorso vietato.
“Avendo parlato direttamente con chi ha prestato il soccorso – ha reso noto Cappelli – posso dire tranquillamente che sabato scorso sul Vesuvio è stata salvata una vita umana. Ringrazio ufficialmente tutto il gruppo delle guide appartenenti al Presidio Permanente Vulcano Vesuvio, sempre pronti e operativi in qualsiasi condizione”.