Boris Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico, forza di maggioranza in Parlamento, in un discorso alla nazione.
Il premier – travolto dai contraccolpi degli ultimi scandali e da una raffica di rinunce in seno alla sua compagine – intende comunque restare capo del governo fino all’elezione di un successore alla guida dei Tories prevista per ottobre, visti in tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane.
Elezioni interne per la scelta di un nuovo leader Tory verrebbero infatti convocate durante l’estate, con l’idea che il vincitore o la vincitrice possa essere annunciata nelle prossime settimane e – automaticamente – subentrare poi a Johnson anche alla guida del governo britannico.
La conferma della decisione è venuta subito dopo l’annuncio delle dimissioni anche della ministra all’Educazione Michelle Donelan, che ha trascorso nell’ufficio del ministero solo 36 ore, e dell’appello del nuovo cancelliere dello scacchiere (ministro delle finanze) Nadhim Zahawi a BoJo affinché se ne vada “subito”.
Sempre oggi anche il ministro della Difesa Ben Wallace aveva ritirato il sostegno al primo ministro e il ministro per l’Irlanda del Nord Brandon Lewis si era dimesso.