Mentre l’invasione russa dell’Ucraina ha completato la sua prima settimana e i residenti di Kiev in preda al panico hanno sciamato nella stazione ferroviaria della capitale per fuggire dalla città prima che anche le ultime opportunità di uscita si chiudessero, Facebook diventa il primo gigante tecnologico americano ad essere bloccato dal governo russo.
La decisione si inserisce all’interno della campagna del Cremlino per rafforzare il controllo di Internet e limitare gli spazi per il dissenso sulla guerra in Ucraina. La mossa potrebbe prefigurare ulteriori restrizioni nei confronti di altre società tecnologiche come Google, che possiede anche YouTube, e Twitter.
Le forze russe stanno cercando di rafforzare la loro avanzata dopo aver preso il controllo della città meridionale di Kherson due giorni fa. Nella vicina città di Mykolaiv, i residenti si stanno preparando ad un attacco imminente, preoccupati che la Russia possa presto ottenere il controllo della costa e tagliare il paese al trasporto internazionale.
Facebook, in un Russia, non è una piattaforma particolare come in occidente, ma rimane un modo attraverso cui i cittadini possono trovare notizie al di fuori dei punti di vendita e di controllo statali.
L’informazione, infatti, non se la passa bene. La BBC ha dichiarato che venerdì sospenderà temporaneamente le sue operazioni in Russia dopo che il parlamento del paese ha approvato una legge sulla censura che condanna chiunque sia ritenuto colpevole di “screditare” l’esercito russo con 15 anni di carcere.
L’emittente britannica ha dichiarato che la legislazione “sembra criminalizzare il processo di giornalismo indipendente” e ha affermato di non avere “altra opzione” che impedire il lavoro dei suoi giornalisti e del personale di supporto.