Negli Stati Uniti i vaccini viaggiano a ritmo impressionante. Per questo motivo, la Food and Drug Administration ha svolto le sue valutazioni sull’utilizzo del vaccino Pfizer-BioNTech per i giovani dai 12 ai 15 anni e la risposta è stata affermativa.
Sì, anche i più piccoli, quelli che tendenzialmente hanno più probabilità di contrarre la malattia in forma lieve e quindi di trasmetterla inconsapevolmente, potranno essere immunizzati: un passo cruciale per la ripresa del Paese. Vaccinare i bambini protegge infatti anche chi, come i riceventi di trapianti di organi o i pazienti oncologici, non può avere la propria dose di vaccino.
Grazie a questa decisione, anche la riapertura delle scuole potrà finalmente avvenire in totale sicurezza e a milioni di adolescenti sarà permesso ricominciare a frequentare campi estivi, pigiama party e riunioni con gli amici.

Per le analisi, Pfizer e BioNTech hanno coinvolto circa 2.260 partecipanti di età compresa tra 12 e 15 anni e hanno somministrato loro due dosi del vaccino a tre settimane di distanza l’uno dall’altro. I risultati sono stati straordinari: nessuno tra i quelli che hanno ricevuto il vaccino ha riscontrato sintomi di Covid-19.
Anche gli effetti collaterali corrispondono a quelli osservati nel resto della popolazione, con percentuali di sviluppo molto simili. Solo nella febbre, manifestata nel 17% dei casi tra la fascia d’età più avanzata, ha avuto una percentuale più elevata in quella 12-15, con circa il 20%.
Nel frattempo, nelle prossime settimane sono attesi i risultati delle sperimentazioni del vaccino di Moderna tra i 12 e i 17 anni, mentre Johnson & Johnson è in attesa di ricevere i dati dei suoi studi in merito. AstraZeneca, ancora più ambiziosa, sta invece testando il vaccino nei bambini dai 6 mesi in su.
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