Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista chirghiso condannato per la strage della maratona di Boston, rischia nuovamente la pena di morte. L’attentato avvenne il 15 aprile del 2013 e fu compiuto con il fratello Tamerlan, più grande di lui, deceduto quattro giorni dopo per le ferite riportate nello scontro a fuoco con la polizia durante la fuga. Dzhokhar, invece, venne arrestato in un paese della periferia di Boston. Braccato dagli agenti, si era nascosto in una barca. Gli ordigni vennero costruiti usando due pentole a pressione piene di polvere da sparo, bulloni, chiodi e palline di ferro. Causarono tre morti e 264 feriti.
Questa mattina la Corte Suprema federale ha fatto sapere che prenderà in esame la richiesta presentata nei mesi scorsi dall’allora Attorney General William Barr, che aveva chiesto alla massima Corte di respingere la decisione dei giudici federali di secondo grado, i quali avevano in parte invalidato la sentenza. Sia ben chiaro, non il verdetto di colpevolezza, ma la parte dell’espiazione della pena.
In primo grado Dzokhar Tsarnaev era stato condannato a morte. Nel processo di appello, i magistrati decisero che il verdetto di colpevolezza sarebbe rimasto, modificando però la condanna a morte e sostituendola con l’ergastolo. Questo perché, secondo i magistrati, i giudici di primo grado erano stati influenzati dall’opinione pubblica che, a gran voce, chiedeva la pena capitale. Inoltre, alcuni dei giurati nel processo di primo grado avevano postato sui loro social insulti e giudizi di colpevolezza ancora prima che il processo avesse inizio. Dopo la decisione della Corte d’Appello, il ministro della Giustizia William Barr si era rivolto alla Corte Suprema chiedendo la revisione della decisione della corte d’appello. Questa mattina la massima corte ha detto che il caso sarà esaminato in autunno.
I due fratelli ceceni ottennero il permesso di soggiorno negli Stati Uniti nel 2003 come rifugiati. Dzhokhar Tsanarev è detenuto nel penitenziario di Florence High (Colorado) e studiava alla “University of Massachusetts Dartmouth”. Divenne cittadino statunitense l’11 settembre 2012,
I due fratelli erano seguaci del terrorista americano-yemenita Anwar al Awlaky, ucciso con un missile lanciato da un drone nel villaggio di Al Jawf alla fine di settembre 2011. Un fatto, questo, che sconvolse Tamerlan Tsanarev, che decise di vendicarlo. Non è mai stato chiarito se effettivamente i sauditi lanciarono un allarme ai servizi americani, dopo che nel 2012 gli negarono il visto di entrata nel Paese perché associato ad estremisti fondamentalisti. Tamerlan voleva andare in pellegrinaggio alla Mecca. Gli americani hanno negato questa circostanza, i sauditi l’hanno confermata.
Ora il presidente Joe Biden, contrario per principio alla pena di morte, dovrà decidere se mantenere la promessa elettorale sulla moratoria per le esecuzioni, o se invece lasciare che la giustizia faccia il suo corso.