Domenica 23 giugno, all’interno della suggestiva cornice dell’ex chiesa dell’Itria di Marsala, ha avuto luogo la giornata mondiale del migrante e del rifugiato. È stato un giorno particolare per la città di Marsala; il sole riscaldava l’asfalto fino a rendendolo quasi incandescente e la traversata lungo il centro storico sembrava una lenta discesa sui carboni ardenti. Turisti e cittadini, armati di acqua e berrettino, si dirigevano in Chiesa Madre per la concelebrazione eucaristica e la processione del Corpus Domini alla vigilia della tanto attesa festa di San Giovanni Battista del 24 giugno. La strada parallela al centro storico, costernata da mura antiche e granulose, era affollata per un evento che ultimamente sta molto a cuore alla buona politica da salotto: l’immigrazione. Qui però non c’era nessun politico da salotto, non c’era nessuna felpa con su scritto il nome di una città o di una provincia. Non c’era nessuna bibbia in mano e nessun crocefisso da sfoggiare. C’erano le voci di relatori come Clelia Bartoli, Alberto Biondo, Luca Casarini e Alessandro Sciurba, professionisti che da sempre vivono a contatto con una realtà che ha ben poco a che fare con una politica estremista ostruzionista.
Le politiche estremiste tendono ad alzare muri in quegli oceani che molto spesso diventano il cimitero di anime che avrebbero voluto diventare il mattoncino di un muro chiamato comunità, civiltà e spirito di appartenenza. I ragazzi della Libera Orchestra Popolare di Marsala, guidati dal carismatico Salvatore Inguì di Libera, hanno aperto l’evento cantando tutti insieme “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd, imparata sorprendentemente pochi giorni prima ma riproposta egregiamente e con un arrangiamento nuovo e innovativo. Il brano ha voluto lanciare un messaggio ben preciso in quel contesto: non bisogna alzare muri ma costruire insieme. Il progetto inizialmente era composto da un copioso numero di persone di diverse etnie provenienti dal circuito penale, quartieri popolari, minorenni stranieri e richiedenti asilo, ma a causa dell’approvazione del Decreto Sicurezza è diminuito drasticamente.
Oggi ci sono meno ragazzi ma ci sono ancora molti componenti che insieme ai promotori hanno la volontà di portare avanti un messaggio di comunione d’intenti, uguaglianza e soprattutto vogliono essere una grande famiglia. Il buon cuore della comunità è stato considerevole e nel corso del tempo sono stati donati strumenti musicali e tante altre persone si sono aggiunte e Marsala la Libera Orchestra Popolare è diventata una vera e propria realtà locale e non solo, coordinata dal presidio di Libera in collaborazione con Archè Onlus e Amici del Amici del Terzo Mondo di Marsala. A dare il loro supporto sono anche il Dipartimento di servizio sociale (Ussm) e il Dipartimento della giustizia minorile. Un vero e proprio mosaico di persone. “Amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali”, disse Martin Luther King.