Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 70° anniversario della Repubblica Italiana, ha deposto una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto per ricordare tutti i militari e i civili che hanno servito e servono lo Stato e ha partecipato alla Parata in Via dei Fori Imperiali.
Al suo arrivo a Piazza Venezia, il Presidente Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Claudio Graziano ha passato in rassegna il reparto d’onore con bandiera e banda.
Dopo la cerimonia dell’alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno Nazionale, il Presidente Mattarella, accompagnato dai Presidenti di Senato e Camera, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Presidente della Corte Costituzionale, dal Ministro della Difesa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha deposto una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. Al termine le Frecce Tricolori hanno sorvolato l’Altare della Patria.
Il Capo dello Stato ha quindi assistito alla Parata in Via dei Fori Imperiali che quest’anno è stata aperta da 400 sindaci, in rappresentanza degli 8000 comuni italiani.
La manifestazione su via dei Fori Imperiali è stata articolata in sette settori: uniformi storiche con bandiere delle organizzazioni internazionali e degli organismi multinazionali, a seguire uomini e donne di Esercito, la Marina Militare, Aeronautica, Carabinieri, i Corpi militari e ausiliari dello Stato, i Corpi armati e non dello Stato, tra cui i ragazzi del servizio civile nazionale. Lo sfilamento degli atleti del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, reduci dalle vittorie agli Invictus Games di Orlando (Florida).
Il Presidente della Repubblica, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, il seguente messaggio:
«Il 2 giugno 1946, con il Referendum istituzionale, prima espressione di voto a suffragio universale di carattere nazionale, le italiane e gli italiani scelsero la Repubblica, eleggendo contemporaneamente l’Assemblea Costituente, che, l’anno successivo, avrebbe approvato la Carta Costituzionale, ispirazione e guida lungimirante della rinascita e, da allora, fondamento della democrazia italiana.
Quei valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di ognuno e dei popoli sono, ancora oggi, il fondamento della coesione della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa. Dalla condivisione di essi nasce il contributo che il nostro Paese offre con slancio, convinzione e generosità alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunità internazionale.
Nei complessi scenari che caratterizzano il mondo sempre più connesso e interdipendente in cui viviamo, l’Italia svolge un ruolo fondamentale di equilibrio ed apertura, di incessante ricerca del dialogo e della cooperazione, accanto all’affermazione dei principi che sono alla base della sicurezza, della solidarietà e della pace: di essi le Forze Armate hanno saputo essere presidio, vicine ai cittadini e fedeli alle Istituzioni. E’ accaduto nei sanguinosi conflitti mondiali che hanno lasciato segni indelebili nella coscienza collettiva. E’ accaduto quando il Paese ha subito calamità naturali, come durante il terremoto del Friuli, che abbiamo recentemente ricordato nel suo quarantennale, e così accade oggi con i nostri soldati che vengono impiegati in patria e all’estero per contribuire a darci sicurezza e serenità.
Nel 70° anniversario della Repubblica rivolgo il mio deferente omaggio, a tutti i militari che hanno perso la vita, in Italia e all’estero per costruire, difendere e diffondere i grandi valori ai quali, unitamente alla comunità internazionale, ci ispiriamo e che promuoviamo nel mondo.
Ai soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, di ogni ordine e grado ed in modo speciale a quanti in questo giorno di festa sono impegnati lontano dalle proprie case ed affetti, giungano un fervido augurio e la gratitudine del popolo italiano e mia personale.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica!»

Sul quotidiano La Stampa di Torino, per il 2 giugno è apparso un intervento a firma del Presidente Mattarella, in cui il capo dello Stato ha anche ricordato in questi settanta anni di Repubblica “le pagine buie e negative. Penso al terrorismo, alla mafia, alla corruzione…”:
Con il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che segnò la nascita della Repubblica italiana, il nostro Paese ritrovò – dopo gli anni terribili della dittatura e della guerra – la libertà e l’ unità perdute. E raggiunse, grazie al voto esteso a tutti, uomini e donne, una compiuta maturazione democratica.
Con il 2 giugno s’ inaugurava una fase nuova nella storia del nostro giovane Stato, contrassegnata da grande partecipazione popolare, passione civile, speranza nel futuro.
E, di lì a poco, si schiudeva per l’ Italia un periodo di crescita economica, sociale e culturale senza precedenti.
L’ Italia entrava a pieno titolo tra le grandi nazioni democratiche, offrendo un contributo fondamentale alla costruzione europea, al mantenimento della pace e alla promozione della libertà.
Non sono mancate, in questa nostra storia settantennale, pagine buie e negative. Penso al terrorismo, alla mafia, alla corruzione. Fenomeni insidiosi, che hanno minacciato, e ancora continuano a farlo, la convivenza civile, ma che sono stati combattuti senza mai compiere arretramenti sul terreno della democrazia.
Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza. Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono.
Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’ animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani.
La sera del primo giugno, al termine del concerto al Palazzo del Quirinale tenuto in occasione del 70 anniversario della Repubblica, il Presidente Mattarella ha tenuto il seguente discorso:
Grazie ai Maestri Salvatore Accardo, Mario Brunello, Beatrice Rana. Al Maestro James Conlon che ha diretto l’Orchestra Sinfonica della Rai, che ringrazio per l’organizzazione.
Un saluto molto cordiale al Corpo Diplomatico in occasione della festa della Repubblica.
Quello di quest’anno è un compleanno particolarmente importante: ricorrono settanta anni di vita della Repubblica italiana.
La nostra Repubblica è nata con la vocazione alla pace, all’apertura agli altri Paesi e agli altri popoli, non soltanto al dialogo ma alla collaborazione con essi, all’integrazione dell’Europa, al rispetto e al sostegno nei confronti delle organizzazioni internazionali.
Anche per questo è giusto condividere il ricordo delle scelte di allora e di questi valori con gli Ambasciatori a Roma, che rappresentano l’amicizia dei loro Paesi per l’Italia.
Questo è un momento significativo per ricordare il 2 giugno di settant’anni fa. Ve ne sono degli altri. Tra poco vi sarà, nei giardini del Quirinale, un incontro con i rappresentanti delle istituzioni e della società del nostro Paese.
Domani nel pomeriggio, negli stessi giardini, vi sarà un incontro aperto a tutti i cittadini che lo vorranno. Di mattina l’omaggio all’Altare della Patria e un incontro della cittadinanza con le Forze Armate.
Si tratta di momenti volti, più che a celebrare, a riaffermare i valori e i principi che sono alla base della nostra Repubblica.
Il valore della libertà e della uguale dignità di ogni persona e quello della solidarietà caratterizzano la nostra Repubblica, contrassegnano la nostra Costituzione e sono alla base della nostra democrazia. Sono i valori intorno ai quali si raccoglie unito il nostro Paese.
Vi è un’esigenza di ricordare questi valori e questi principi pensando che sono scelte di allora, ben raffigurate -70 anni fa – dal primo voto espresso dalle donne e che costituiscono tuttora i criteri di comportamento e gli obiettivi da perseguire per il nostro presente e per il nostro futuro nello svolgimento e nel progredire costante della democrazia e della sua vita.
Vi è bisogno di recuperare interamente il senso del vivere insieme e si tratta di un’attitudine diffusa nel nostro Paese.
Questa esigenza di coesione e di collaborazione è molto avvertita anche sul piano mondiale, in una realtà nella quale i continenti sono sempre più interconnessi. Crisi economico-finanziarie, fenomeni di grandi migrazioni, minaccia del terrorismo interpellano tutti i Paesi e la comunità internazionale nel suo complesso e richiedono collaborazione e grande condivisione. Le grandi sfide di oggi si possono affrontare e governare soltanto ricercando e trovando politiche comuni e impegni condivisi, combattendo e sconfiggendo quei nemici dell’umanità che sono l’instabilità, la povertà, la mancanza di istruzione.
Lo straordinario momento d’arte che abbiamo vissuto, per il quale ringrazio ancora gli artisti che ce lo hanno donato, richiama anche – e vuole anche evocare, raffigurare – la particolare vocazione del nostro Paese alla cultura e all’arte. L’Italia raccoglie un grande patrimonio culturale, aperto al mondo ben sapendo che la cultura e l’arte, condivise, uniscono i popoli, rendono migliori i rapporti e la vita nella comunità internazionale.
Anche questo è un messaggio che, con questo concerto, inviamo in occasione, e in coerenza, con la festa della nostra Repubblica. Grazie per la vostra presenza.