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February 8, 2016
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Obama accoglie Mattarella, primo “presidente siciliano”

Alla Casa Bianca i "Commander-in-Chief" si confrontano sulle crisi imminenti

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
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Il Presidente Sergio Mattarella firma il Libro degli Ospiti (Ph: Quirinale

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Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella accolto dal Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama (Ph: Quirinale)

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Sergio Mattarella con il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama allo Studio Ovale (Ph: Quirinale)

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Mattarella e Obama con il Ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, e il Vice Presidente USA, Joe Biden, allo Studio Ovale (Ph: Quirinale)

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Colloqui allargati alle delegazioni ufficiali allo Studio Ovale (Ph: Quirinale)

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I due presidenti al termine dell'incontro allo Studio Ovale (Ph: Quirinale)

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La stretta di mano alla fine dell'incontro (Ph: Quirinale)

Time: 5 mins read

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita ufficiale negli USA (da mercoledì 9 febbraio sarà a New York), lunedì mattina ha incontrato il presidente Barack Obama alla Casa Bianca. Era la prima volta che i due si vedevano nello studio ovale. Il Capo dello Stato italiano era accompagnato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Ad accogliere la delegazione italiana c’era anche il vice il presidente Joe Biden.

L’incontro, durato più di un’ora, era concentrato soprattuto sulla situazione in Libia, Iraq, Siria, e anche sulla crisi dei migranti. Bisogna ricordare che il presidente Mattarella – già ministro della Difesa ai tempi della guerra della NATO nella ex Jugoslavia –  come quello degli Stati Uniti, è anche il “comandante in capo” delle forze armate, e mentre si annuncia imminente l’intervento militare italiano per la “stabilizzazione” della Libia e il contenimento dell’ISIS, missione che dovrebbe contare sui “boots on the ground” italiani ricevendo la copertura aerea degli Stati Uniti, ecco che l’incontro tra i due presidenti arrivava in un momento particolare. Ma non c’era solo la Libia al centro dei colloqui, anche in altri scenari di crisi gli USA contano su un ruolo dell’Italia.

“Ho ringraziato tantissimo l’Italia per il contributo notevole per l’addestramento dei militari in Iraq e per il ruolo importante che svolgerà a protezione della diga di Mosul che è di estrema importanza per il popolo iracheno”, ha detto Obama ai giornalisti al termine dell’incontro con Mattarella. Obama ha quindi sottolineato come l’Italia abbia un ruolo da svolgere nella lotta contro l’ISIS e nei vari scenari di crisi. Tra Washington e Roma “i legami non potrebbero essere più stretti ed è straordinaria la collaborazione che abbiamo su una vasta gamma di problemi nel mondo”, ha detto Obama.

Il presidente USA, prima di elencare i temi affrontati nei colloqui, ha ricordato come con Mattarella egli condivida l’esperienza di docente universitario di diritto costituzionale, e poi ha voluto sottolineare come il presidente della Repubblica italiana sia il primo siciliano a raggiungere questo incarico. Probabilmente, Obama ha voluto ricordare le origini di Mattarella come omaggio verso quei cittadini americani di origine italiana che sono in gran parte anche di origini siciliane.

“La stretta collaborazione transatlantica ci consente oggi e ci consentirà di fronteggiare sfide nuove e di sconfiggere i nemici della pace e dei diritti umani”, ha detto a sua volta il Presidente Sergio Mattarella al termine dell’incontro, aggiungendo: “Per la Libia, attraverso l’alleanza transatlantica, la nostra collaborazione è decisiva affinché la comunità internazionale risolva i drammatici problemi sul tappeto ripristinando stabilità e sicurezza”.

Sulla Libia, Obama ha detto: “Abbiamo discusso degli sforzi congiunti di Italia, USA e altri Paesi per aiutare la Libia a formare un governo che permetta alle loro forze di sicurezza di stabilizzare il loro territorio e neutralizzare l’Is”. Anche per Obama, sulla Libia “la cooperazione transatlantica è decisiva per risolvere drammatici problemi e per ripristinare la stabilità e la sicurezza”. Quello della Libia era uno dei punti più delicati dell’incontro tra Obama e Mattarella, infatti ormai sembra imminente un intervento anti ISIS, sponsorizzato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che attende solo una richiesta formale da un nuovo governo libico che dovrebbe ricevere tra pochi giorni la legittimazione di entrata in carica da un voto del parlamento libico.

Ma Obama e Mattarella hanno anche affrontato il nodo dell’accoglienza dei migranti e profughi in fuga dal Medio Oriente e Nord Africa che sta dividendo l’Europa: “La crisi dei migranti è una emergenza globale – ha detto Obama – non è un problema solo europeo che mette sotto pressione gli Stati Uniti e il rapporto transatlantico”. Per il capo della Casa Bianca ci vuole una maggiore “collaborazione tra l’UE, gli USA e la Nato, per far fronte alla crisi umanitaria e per smantellare il traffico di esseri umani”. Per Obama la crisi dei profughi e dei migranti ha un “impatto terribile sull’Europa e sull’Italia in particolare”. Per questo Obama sta valutando di utilizzare mezzi americani nel contesto della Nato per affrontare la crisi dei rifugiati. Si crede che Washington proporrà alla Nato di aiutare non solo nel “pattugliamento della sicurezza” ma anche nei “pattugliamenti umanitari”.

Durante l’incontro, che avveniva in una giornata nerissima per le borse di tutto il mondo, anche la crisi economica finanziaria è entrata a far parte dei colloqui. Mattarella ha detto ai giornalisti che “l’accordo commerciale tra Europa e USA può rappresentare un antidoto contro nuove crisi finanziarie”. “Abbiamo discusso dei rapporti economici e commerciali, occorrono impegni per evitare che si presentino gravi crisi come in passato che destabilizzano i Paesi sviluppati e impediscono la prosperità di quelli in via di sviluppo”.

Inoltre la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è “una preoccupazione condivisa” di Italia e Stati Uniti. La Casa Bianca afferma di volere un’Unione Europea più forte e che una eventuale “Brexit” danneggerebbe il ruolo europeo nelle crisi nel mondo.

Obama ha anche ringraziato in particolare il presidente italiano per il ruolo svolto dall’Italia “nell’addestramento delle forze di polizia e per i progressi ottenuti in Iraq”. Entrambi hanno sottolineato come i legami tra Stati Uniti e Italia “non potrebbero essere più stretti”.

“Dal lavoro fatto insieme in Afghanistan – ha ribadito Obama – all’importanza di continuare i nostri sforzi unitari per arrivare alla pace in Ucraina, fino alle opportunità che abbiamo davanti nel finalizzare l’accordo commerciale attraverso il Ttip, siamo concordi che azioni comuni e unitarie tra Stati Uniti e Italia non solo servono all’interesse di entrambi i Paesi ma rafforzano la relazione transatlantica che ha portato così tanta pace e prosperità negli ultimi decenni”.

Mattarella da canto suo ha ringraziato il presidente americano Obama per la “meravigliosa accoglienza” alla Casa Bianca e ha definito “solida” l’amicizia tra Stati Uniti e Italia che “dura da settant’anni”. Quell’amicizia e una “stretta collaborazione ci consentono oggi e ci consentiranno in futuro di fronteggiare sfide nuove e di sconfiggere i nemici della pace, della libertà e dei diritti umani”. Mattarella ha aggiunto che la grande cooperazione nell’ambito dell’alleanza transatlantica “ci ha consentito di superare con successo grandi sfide e momenti difficili”. Mattarella ha invitato Obama in visita in Italia. Entrambi confidano che il viaggio si possa svolgere per fine anno. Obama ha ribadito che l’Italia è una delle sue mete preferite e che cercherà di non deludere il capo dello Stato italiano compatibilmente con i suoi impegni.

Dopo la Casa Bianca, nel pomeriggio il Presidente della Repubblica si è recato all’Ambasciata italiana per incontrare la collettività italiana.

La visita di Mattarella negli USA proseguirà martedì 9 febbraio: dopo una colazione con il Vice Presidente Joe Biden, il Presidente Mattarella sarà al Capitol Hill e incontrerà il Presidente della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan e la Minority Leader, Nancy Pelosi e, successivamente, una rappresentanza della Italian American Congressional Delegation.

Tappa successiva della visita mercoledì 10 febbraio a New York: a Palazzo di Vetro il Capo dello Stato avrà colloqui con il Presidente dell’Assemblea Generale, Mogens Lykketoft e con il Segretario Generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il Presidente Mattarella si recherà quindi alla sede della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’ONU per incontrare i funzionari italiani delle Nazioni Unite. Nel pomeriggio visiterà il Ground Zero e il Memoriale dell’11 settembre per poi trasferirsi al Museo Guggenheim dove incontrerà la comunità italiana.

L’11 febbraio mattina il Presidente Mattarella pronuncerà un discorso alla Columbia University. Si recherà quindi a Ellis Island e visiterà l’esposizione sull’emigrazione verso gli Stati Uniti.

Venerdì 12 febbraio il Capo dello Stato sarà a Houston, ultima tappa della visita, dove visiterà il Johnson Space Center con una rappresentanza di astronauti italiani.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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