“Feel the Bern”, lo slogan scelto dal candidato Bernie Sanders infiamma le praterie dell’Iowa. In America lo chiamano il “flyover state”, lo stato che tutt’al più si può solo sorvolare a 10.000 metri di altezza. Che atterrare tanto non serve a niente, dicono le “penne annoiate” e un po’ snob di giornalisti che scrivono per luoghi comuni. Un maiale ogni quattro persone, immense distese di granoturco coltivato estensivamente per fornire etanolo, inverni rigidi ed estati molto umide. L’Iowa è però anche altro.
Attraversato dal Mississipi e conquistato dai francesi, è entrato nella cinematografia con due film da nomination: I Ponti di Madison County e L’Uomo dei sogni. E anche Jack Kerouac, nel suo celebre On the road, attraversava l’Iowa rimanendo colpito dalle ragazze di Des Moines, “le più belle al mondo”, e dal gelato cremoso. Nella capitale, Des Moines, oggi arrivano artisti, millennial che non possono permettersi i costi proibitivi delle grandi metropoli come New York e San Francisco. Nascono gallerie e ristoranti per hipster. L’Università di Iowa City, vanta il miglior programma accademico di scrittura creativa mentre ad Ames, altra città, si trova il centro ricerca della Nasa.
Se si guarda al passato, a quello di metá Ottocento, si scopre che anche l’Iowa ha ospitato e accolto la filosofia di quella delle comunità “utopistiche”. È stato così nel 1855 per i sette villaggi di “Amana”, creati dalla filosofia del vivere comune degli ispirazionisti tedeschi. Nel tempo, questo passato socialista si è tradotto in una tradizione politica democratica e liberale. Ricordiamoci che l’Iowa è stato il primo stato del Midwest e il terzo del paese ad approvare i matrimoni gay. Nelle praterie del “Mago di Oz”, Obama ha iniziato la sua corsa verso la Casa Bianca scavalcando Hillary Clinton. Era l’anno 2008. Prima di lui, Carter e i due Bush hanno vinto nell’Iowa.
Oggi, tutti i riflettori sono puntati su questo stato di 3 milioni di abitanti. I caucus, che inizieranno alle 18.30, saranno il termometro di queste elezioni imprevedibili. Sono in tutto 1.681 i caucus (le assemblee dei comitati degli elettori) che si riuniscono nelle 99 contee dell’Iowa per designare chi, sia tra i repubblicani che tra i democratici, sarà il candidato sostenuto dallo Stato per la sfida finale di novembre.
Siamo a Fairfield, a quattro ore di macchina da Chicago e a due da Des Moines. Un microcosmo ecosostenibile balzato di recente agli onori della cronaca americana per la sua unicità, tanto da aver guadagnato un posto nelle classifiche delle piccole città da visitare e, magari, nelle quali vivere.
Fairfield inizia la sua trasformazione negli anni ’70. Fu allora che Maharishi Mahesh Yogi, che in molti conoscono come colui il quale ha insegnato la meditazione trascendentale ai Beatles, arriva nel 1974 tra questi campi di grano con l’idea di cambiare il mondo. Qui decide di fondare quella che oggi si chiama la Maharishi University of Management, un’università che basa il suo percorso accademico sul concetto di “consciusness” ovvero sull’espansione della propria coscienza, consapevolezza dell’essere, prima che della conoscenza. Un approccio olistico allo studio per sviluppare, su diversi livelli, le piene potenzialità degli studenti dando loro gli strumenti essenziali per crescere come individui e non solo come professionisti.
Questo metodo di istruzione alternativa, che ogni anno attrae a Fairfield quasi 2.000 studenti da 80 paesi diversi, si traduce in una vita accademica lontana dai ritmi stressanti e dalla competizione sfrenata. Nel campus universitario, immerso in un polmone verde, gli edifici sono stati costruiti seguendo i principi dell’architettura vedica, con gli ingressi rivolti ad Est e senza l’uso di materiali nocivi. Nella mensa si serve solo cibo biologico, vegetariano e a chilometro zero. Nei due edifici chiamati “dome”, diventati lo skyline di Fairfield con le loro cupole dorate, si medita e si pratica “flying yoga”.
In questi anni, allo sviluppo dell’Università è seguito quello della cittadina: 10.000 anime che sembrano vivere insieme in armonia. Oggi a Fairfield vivono gli ex hippie sessantottini che hanno lasciato le coste della California per i campi di grano, ma anche i nuovi adepti della new age che praticano yoga, mangiano cibo vegetariano e utilizzano medicine alternative. O famiglie che cercano uno stile di vita alternativo e semplice. Insieme a loro, i locali nativi. Gente semplice e onesta, grandi lavoratori e garbati cittadini sempre pronti a darti una mano. Una città accogliente e tranquilla, tanto da attirare vip e gente dello spettacolo che nel frattempo sono diventati testimonial della meditazione trascendentale. A cominciare da Oprah Winfrey, la celebre opinion leader americana che é arrivata nel 2012 dalla vicina Chicago con la sua troupe per girare una puntata del suo show America’s Most Unusual Town. Qui sono di casa David Lynch che ha inaugurato un master in regia, Paul McCartney e l’attore Jim Carrey. Senza contare Clint Eastwood, i Beach Boys, che a Farfield negli anni ’70 avevano anche un loro studio di registrazione, e il musicista Moby. Negli anni ’80 anche George Harrison e la moglie Olivia hanno finanziato un fondo per gli studenti meno abbienti. A 175 anni dalla nascita, la cittadina vanta il più alto tasso di imprenditori per abitanti, un bassissimo, pressoché inesistente, tasso di criminalità e si spinge in avanti puntando su green energy, cibo biologico, medicina alternativa e benessere. L’altra faccia dell’America che nessuno si aspetta.

In questi giorni, Fairfield ha vissuto l’adrenalina della campagna presidenziale. Da qui sono passati Bill e Hillary Clinton, Martin O’ Malley e Bernie Sanders. Quest’ultimo, particolarmente popolare da queste parti, sembra aver svegliato il lato politico di giovani e meno giovani. Ad ascoltarli tutti, i candidati, il microfono attento di Dennis Raimondi, giornalista di origine italiana con una laurea ad Harvard che è approdato a Fairfield dal New Jersey.
Nel suo programma Speeking freely with Dennis ha seguito e parlato di queste presidenziali, tra le più caotiche e imprevedibili. “Perché credo – dice – che la presenza di due candidati fuori dal mainstream come Sanders e Trump renda il quadro ancora più complesso. Entrambi, pur facendo parte di due partiti, quello democratico il primo e quello repubblicano il secondo, sono contro l’establishment”.
Giovani, meno giovani, istruiti e working class. Un profilo variegato quello di chi supporta Bernie Sanders. Come Juliet Biros Jarmosco, mamma di sei figli e fotografa professionista. Viene dal Michigan e con la sua numerosa famiglia si è trasferita a Fairfield.

“Voterò per Bernie per diversi motivi, ma soprattutto per la sua integrità e consistenza. È l’unico a parlare di come pochi miliardari stanno controllando il governo (Monsanto, Goldman Sachs etc). Discorsi non affrontati dai repubblicani. Senza contare il fatto che la campagna presidenziale di Hillary Clinton è finanziata da big businesses creando un enorme conflitto di interessi. Lui – continua Juliet – rappresenta le persone e non gli interessi di pochi. Ha votato contro la deregulation di Wall Street e ha sempre sostenuto, in questa campagna, l’importanza di indicare la presenza di OGM nelle etichette del nostro cibo. Hillary è stata pagata da Monsanto e all’FDA ci sono funzionari pro OGM e che vengono da Monsanto. Con lui ci sarà un sistema onesto, con una base democratica e sociale, che cura gli interessi della collettività e non di pochi miliardari. L’istruzione e l’assistenza sanitaria non saranno più un privilegio per pochi”.
Anche Paul Schaefer, californiano trapiantato nell’Iowa, “Feel the Bern”. Giornalista televisivo per 20 anni, Paul ha vinto due Emmy come reporter televisivo e produttore e il premio giornalistico Edward R. Murrow per il suo lavoro sulla cattura di un serial killer nel 1996. Si è occupato di pubbliche relazioni e comunicazioni per il candidato al senato Tom Fiegen. Oggi è tra i più forti sostenitori di Sanders.
“Bernie – ci dice Paul – non rappresenta gli interessi dei miliardari, la sua campagna è stata finanziata dal pubblico a cui lui deve rispondere. Ha una lunga storia di lotta a favore delle classi medie e contro gli interessi di pochi. Nell’Iowa, a supporto di Sanders, ci sono centinaia di migliaia di giovani, lavoratori e gente normale. Tutti stanchi di un’economia che soddisfa solo gli obiettivi di pochi ricchi. Con lui, che ha sempre parlato di riformare il sistema finanziario di questo paese, ci saranno più severi controlli su Wall Street e sulle grandi banche”.
L’altra faccia democratica è quella di Hillary Clinton, che a Fairfield è stata sconfitta dall’allora giovane Barack Obama nel 2008. E che a Fairfield è ritornata qualche giorno fa. Per lei voterà Monica Hadley, americana dell’Iowa, imprenditrice di successo. Una self made woman a tutti gli effetti. “Non sostengo Hillary Clinton perché è semplicemente una donna. Non voterò mai per donne come Joni Ernst, Sarah Palin, Carly Fiorina o Michelle Bachman. Ma devo dire che Hillary, da donna, ha lottato molto per le donne durante la sua luna carriera. Ha dovuto lottare tanto e fronteggiare più ostacoli, in quanto donna. Ha una storia e una prospettiva unica di cui questo paese ha bisogno”.

Sugli OGM, tema sensibile in questa comunità attenta al cibo di qualità, e sulla stretta connessione della Clinton con i poteri di Wall Street, Monica risponde: “Sia Bernie che Hillary sostengono la necessità di porre delle etichette ai cibi che contengono OGM. Sulla questione Hillary e le conoscenze a Wall Street, personalmente conosco uno dei suoi contatti e quest’uomo è una brava persona”.
Da quello che si vede e si sente, sono pochi i sostenitori di Trump nelle distese di Fairfield. “Donald Trump – afferma Dennis Raimondi – parla alla pancia delle persone. Alimenta paure, istinti omofobi, anti islamici. Si possono o meno condividere le sue idee, ma rimane un outsider rispetto allo stesso partito repubblicano che rappresenta. È un grande comunicatore, non c’è ombra di dubbio”.
Questa comunità ispirata da un naturale senso di associazionismo, supporto e volontariato, attenta all’ambiente e all’ecologia, si prepara al caucus chiedendosi di quale presidente ha bisogno questo paese. “Una figura forte aperta e solida – dice Dennis Raimondi – che sia in grado di fare fronte a problemi come l’immigrazione, la politica straniera, l’economia, il sistema sociale. Garantire sicurezza e benessere a tutti”. E nel cielo azzurro dell’Iowa, che sembra un quadro di Magritte con le nuvole a fumetto, inizia la corsa per la Casa Bianca.