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January 30, 2016
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La Sinistra bella addormentata e il diversivo della famiglia

Negli USA Bernie Sanders sta svegliando la sinistra che in Italia continua a dormire

Francesco ErspamerbyFrancesco Erspamer
family-day
Time: 3 mins read

E perché mai i crociati della famiglia non dovrebbero manifestare?Manifestassero. Anche quelli più ottusi, più reazionari, più conservatori. Non è quello il problema. Il problema è che manifestano solo loro. La sinistra al massimo manifesta contro le loro manifestazioni: proprio come se si vivesse nel migliore dei mondi possibili e che ci si potesse limitare a difenderlo dagli attacchi della destra: mentre c’è un mondo migliore da costruire e ancor prima da pensare, e per il quale occorre impegnarsi e combattere.

Da tempo la sinistra italiana ha rinunciato a combattere, a impegnarsi, a manifestare, a pensare e costruire un paese migliore: tradita da dirigenti e intellettuali pienamente convertitisi al liberismo e convinti che siccome in cambio hanno ottenuto denaro, potere e successo, hanno avuto ragione. Un tempo si sarebbe detto che erano dei venduti: oggi che sono dei vincenti.

Guidata (si fa per dire) da questa élite di inetti e di opportunisti, la sinistra si è completamente persa per strada i suoi obiettivi primari: l’eguaglianza economica e la difesa degli interessi del popolo, ossia delle comunità, e dei beni comuni. Ha preferito il miraggio liberista di un’irrealizzabile società globale e aperta, nella quale gli stronzi, una volta che fosse caduta ogni etica e ogni norma grazie al dogma della deregulation e in nome del libero mercato, chissà perché si sarebbero autoredenti e avrebbero rinunciato a prendersi tutto, preoccupandosi anzi della sorte della gente, delle nazioni, delle future generazioni, del pianeta. Invece si stanno prendendo tutto e per farlo stanno impoverendo la gente, sfasciando le nazioni, mettendo a rischio il futuro del mondo. Sessantadue stronzi che hanno più ricchezze di 3 miliardi e mezzo di persone, che è come dire che ciascuno di loro vale come l’intera popolazione dell’Italia.

E per tenere buona la gente, farle accettare questa oscena deriva e impedire una giusta rivolta, non solo si comprano i suddetti dirigenti e pseudointellettuali (i Renzi, i Migliore, i Benigni, per intenderci) ma scatenano i loro media su questioni del tutto secondarie rispetto a quelle fondamentali dell’eguaglianza e della democrazia. Secondarie non vuol dire che non siano importanti: significa che potranno essere efficacemente affrontate solo quando si saranno create o ricreate le condizioni minime che garantiscano a tutti una voce, un lavoro, una dignità, una coscienza. Altrimenti la gente desidera e considera essenziale e sceglie solo quello che la pubblicità e la propaganda le dicono di desiderare, di considerare essenziale e di scegliere, incapace di distinguere i propri reali interessi da quelli delle corporation che la inducono a certi comportamenti.

Sanno bene, i ricchi e i loro servi, che senza eguaglianza, senza solidarietà e senza democrazia partecipativa tutto si riduce  a gossip, a un’indignazione superficiale e momentanea, a vuote battaglie sull’uso di alcune parole (famiglia per esempio, o matrimonio o accoglienza): mentre la svendita delle imprese alle multinazionali continua, i piccoli negozi chiudono per far posto alle catene commerciali, il lavoro in proprio viene sostituito dal precariato dipendente e a cottimo (Uber, che tanto piace a chi crede che i servizi gli siano dovuti), il welfare viene privatizzato, l’ambiente reso inabitabile da un consumismo assurdo e da un’altrettanto assurda crescita demografica.

Smettetela di farvi distrarre dai dettagli; smettetela di farvi dividere da ideologie preconfezionate e da integralismi di nicchia, promossi dal potere affinché non vi accorgiate che, organizzandovi, potreste ottenere facilmente quello e molto di più. Qualcosa nel mondo si sta muovendo: Bernie Sanders, Jeremy Corbyn, Podemos, Syriza, sono sintomi di un cambiamento in atto nella sinistra: cosa sta aspettando l’Italia?

Che i crociati della famiglia scendano pure in piazza: hanno diritto alla loro opinione; anche ai loro pregiudizi. Alcuni di loro stanno in realtà protestando contro lo smantellamento delle tradizioni e l’omologazione delle culture: in sostanza contro la globalizzazione neocapitalista. Ma non lo sanno perché la destra si guarda bene dal dirglielo e la sinistra non dice niente. Ci sono anche molti fanatici e molti idioti: perché dovremmo impedirgli di farneticare? Il punto è un altro. Il punto è che le loro farneticazioni dovrebbero diventare insignificanti, inudibili nell’immenso clamore di un popolo che fosse tornato a gridare e lottare per i suoi diritti, per la sua identità, per riappropriarsi di ciò che il regime liberista gli ha tolto e gli sta togliendo.

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Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

Nato a Bari, cresciuto a Parma e in Trentino, laureato a Roma, professore a Harvard. Mi interesso di letteratura, politica, storia delle idee e cambiamenti culturali. Insegno corsi su estetica, romanzo moderno e contemporaneo, Rinascimento, calcio. Di recente ho scritto: La creazione del passato, Sulla modernità culturale e paura di cambiare, Crisi e critica del concetto di cultura. Come Gramsci, penso che al pessimismo della ragione occorra accompagnare l’ottimismo della volontà, e come James Baldwin, che la libertà non la si possa ricevere in dono: bisogna prendersela.

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