Dal 5 al 19 maggio 2025, In Scena! torna a New York per la sua dodicesima edizione. Il festival occupa spazi nei cinque distretti tra sale teatrali, centri culturali, luoghi piccoli e grandi. Lo organizzano Kairos Italy Theater, KIT Italia e Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU. Ogni anno si parte da una call aperta. I lavori selezionati non rispondono a un tema, ma tracciano una mappa accidentale della scena italiana di oggi. “Molti testi arrivati quest’anno partono da storie reali”, dice Laura Caparrotti, direttrice artistica. Ma non si tratta di riprodurre fatti. L’obiettivo è capire cosa resta, come trasformarlo in presenza scenica.
Alfredino, Italy in a Deep Well, di Fabio Banfo, affronta il trauma collettivo della tragedia di Alfredo Rampi. Un evento mediatico che segnò il rapporto dell’Italia con la televisione. Banfo lo attraversa in solitudine, senza mediazioni. In scena il 6 maggio alla Casa Italiana Zerilli-Marimò e l’8 maggio al The Rat NYC, Brooklyn. Lampedusa Beach, di Lina Prosa, è affidato alla voce di Nadia Kibout. Racconta il viaggio interrotto di Shauba, migrante africana. Nessun approdo, nessuna salvezza. Solo la traccia. In scena il 5 maggio alla Casa Italiana e il 6 maggio al Calandra Institute.

La regola dei terzi, di Marco De Simone, parte da un incontro tra Robert Capa e un contadino siciliano nel 1943. Il testo ha vinto il 2025 In Scena! Playwright Award, riconoscimento che ogni anno premia una nuova voce della drammaturgia italiana. Il dialogo si muove tra silenzi e distanze. La guerra è fuori campo. La lettura in inglese si terrà il 19 maggio all’Istituto Italiano di Cultura.
Mater Familias, di Pier Lorenzo Pisano, è diretto da Emma Denson nell’ambito dell’Emerging Directors Mentorship, un nuovo percorso nato in collaborazione con The Tank. Tre generazioni. Uno spazio chiuso. Relazioni tese. Nessuna trama, solo pressione. In scena il 4, 8, 11, 15 e 18 maggio a The Tank, Manhattan.
My Mama Notarizes & Also Makes Risotto, di Filippo Capobianco, lavora sullo scarto comico. L’identità come divario tra lingue e gesti. In programma l’11 maggio al Culture Lab LIC e il 12 maggio alla Casa Italiana.
Con Amara Sapienza, Giulia Bocciero entra in una voce. Quella di Goliarda Sapienza. Non c’è biografia, non c’è racconto lineare. Solo frammenti. Materiali. Una tensione tra pensiero e corpo che non cerca sintesi. In scena il 15 maggio al Theaterlab e il 16 maggio al BAAD, Bronx. The Popess: Instructions for Freedom, di Elena Mazzon, è una variazione anacronistica. Un femminismo medievale, forse mai esistito. Una voce che non cerca coerenza. In scena il 9 maggio alla Casa Italiana e il 10 maggio al Culture Lab LIC.
The Perky Theresas, di Alessio Piazza, è una drammaturgia della ripetizione. Oggetti, memorie, forme ricorrenti. Niente si chiude. Presentato il 12 maggio alla Casa Italiana e il 13 maggio a Casa Belvedere, Staten Island. Like an Octopus in a Guitar, di Marco Ziello, racconta una mente che si chiude. La memoria come ossessione sonora. Una spirale. In scena il 17 maggio al NOoSPHERE Arts e il 18 maggio al WOW Cafe Theater. In the Name of Mary, di Chiara Gambino, mette in scena la mafia da chi resta ai margini. Uno sguardo femminile, disilluso. Nessuna redenzione. Alla Casa Italiana il 6 maggio e l’11 maggio al Culture Lab LIC.

adattamento in inglese di Nick Gabriel dall’opera di Luigi Pirandello, è un classico metateatrale ripensato in una nuova versione. In scena Meridian Anastasia, Sophia Chacon, Feras Halabi, Finn Mackimmie, Isabella Kaplan, Michael Reese Shald, Sam Trott e Kevin Wang, che firma anche il lavoro di stage management. Lo spettacolo sarà presentato il 14 maggio alla Casa Italiana Zerilli-Marimò e il 17 maggio al NOoSPHERE Arts di Brooklyn.
“Intimo” è la parola che Caparrotti usa per indicare il filo che lega le opere di questa edizione. Non come ripiegamento, ma come movimento verso uno spazio fragile, tra memoria e desiderio, dove il teatro continua ad agire. “Le tematiche riflettono il tempo che viviamo”, dice. “Ci stiamo chiedendo chi siamo, nel privato e nel pubblico. Credo che spettacoli come quelli di In Scena! possano aiutarci a trovare delle risposte. Si riderà, ci si commuoverà. E, durante lo spettacolo, ci sarà sempre quel momento in cui qualcosa sposta lo sguardo, anche solo per un momento”.